Emergenza Alimentare Italia / Record di poveri nel 2013: quasi 4,1 milioni di italiani senza cibo

 

E' quanto emerge dal primo Dossier su "Le nuove povertà del Belpaese. Gli italiani che aiutano" presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Cernobbio. Per effetto della crisi economica si registra un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi.


Cernobbio (Co), 18 ottobre 2013 - Salgono alla cifra record di 4.068.250 i poveri che nel 2013 in Italia sono stati addirittura costretti a chiedere aiuto per il cibo da mangiare, con un aumento del 10% sullo scorso anno e del 47% rispetto al 2010, ovvero ben 1.304.871 persone in più negli ultimi 3 anni. E' quanto emerge dal primo Dossier su "Le nuove povertà del Belpaese. Gli italiani che aiutano" presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione a Cernobbio. Gli italiani indigenti che hanno ricevuto pacchi alimentari o pasti gratuiti attraverso i canali no profit che distribuiscono le eccedenze alimentari hanno raggiunto - sottolinea Coldiretti - quasi quota 4,1 milioni.
Il massimo dell'ultimo triennio, secondo la relazione sul 'Piano di distribuzione degli alimenti agli indigenti 2013', realizzata dall'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura (Agea). Per effetto della crisi economica e della perdita di lavoro si sta registrando, secondo la Coldiretti, un aumento esponenziale degli italiani senza risorse sufficienti neanche a sfamarsi: erano 2,7 milioni nel 2010, sono saliti a 3,3 milioni nel 2011 ed hanno raggiunto i 3,7 milioni nel 2012. Dal dossier su 'le nuove povertà emerge anche un altro dato significativo e cioè che in Italia ci sono 428.587 bambini con meno di 5 anni che nel 2013 hanno avuto bisogno di aiuto per poter semplicemente bere il latte o mangiare, con un aumento record del 13% rispetto allo scorso anno; ma ad aumentare con un tasso superiore alla media è stato anche il numero di anziani, 578.583 over 65 (+14% rispetto al 2012), che sono dovuti ricorrere ad aiuti alimentari.
Le famiglie con bambini e gli anziani - sottolinea la Coldiretti - sono state dunque le categorie sulle quali è pesata maggiormente la crisi con gravi difficoltà alimentari. In termini assoluti, quest'anno rispetto al 2012, hanno chiesto cibo per vivere 48.788 bambini di età da 0 a 5 anni in più rispetto all'anno precedente, mentre ad incrementare le file davanti alle mense o alle associazioni caritatevoli sono stati 70.132 anziani rispetto allo scorso anno. Quasi 4 persone su 10 che hanno avuto bisogno di aiuti si trovano nelle regioni del sud Italia, dove si contano ben 1.542.175 indigenti, in aumento del 65% negli ultimi 3 anni. A preoccupare - sottolinea la Coldiretti - non è solo il trend negativo del sud, ma anche la concentrazione del disagio, con gli "assistiti" che assumono valori veramente notevoli in Campania (da 509.928 a 913.213 indigenti) e, in misura minore, in Puglia e Calabria. Nell'Italia centrale il numero dei beneficiari di aiuti alimentari sale tra il 2010 ed il 2013 da 537.068 a 720.636, ma nel Lazio, che passa dai 326.938 ai 423.233 assistiti, tali aumenti assumono un'importanza maggiore. Nelle isole il numero degli indigenti assistiti cresce tra il 2010 ed il 2013 da 496.771 a 748.584 dei quali - precisa la Coldiretti - ben 660.152 in Sicilia.
La situazione non è peraltro rosea al Nord dove il numero degli indigenti tra il 2010 ed il 2013 passa da 797.939 a 1.056.855 (+32 per cento). In Lombardia si passa dai 261.063 assistiti del 2010 ai 329.746 assistiti del 2013 (+ 26 per cento) e in Emilia Romagna - conclude la Coldiretti - dai 163.029 assistiti del 2010 ai 228.591 assistiti dopo il terremoto (+ 40 per cento).

I NUOVI POVERI NON SI RECANO IN MENSA, BOOM PACCHI ALIMENTARI - Recarsi alla mensa dei poveri è qualcosa difficile da superare. Molti se ne vergognano. Più 'facile' psicologicamente parlando optare per i pacchi alimentari: 3,8 milioni hanno chiesto pacchi alimentari mentre solo 303mila frequentano mense. E' quanto emerge dal dossier, dove si evidenzia che nel 2013 sono stati calcolati complessivamente 134.019.679 interventi di aiuto alimentare intesi come offerta di un pasto tramite mensa oppure come distribuzione di un pacco di alimenti che contiene però cibo per più giorni.
Con la povertà aumenta anche la solidarietà e si contano nel 2013 ben 15.067 strutture periferiche (mense e centri di distribuzione) promosse da 242 enti caritativi che fanno riferimento a 7 organizzazioni (Croce Rossa Italiana, Caritas Italiana, Fondazione Banco Alimentare, Banco delle Opere di Carità, Associazione "Sempre insieme per la Pace", Comunità di Sant'Egidio, Associazione Banco Alimentare Roma) . Anche il 15 per cento famiglie italiane ha offerto aiuto alimentare ai più bisognosi nel corso del 2013.

CONSUMO PANE AL MINIMO STORICO - Per la prima volta nella storia degli italiani è stata servita in tavola nel 2013 meno di una fetta di pane a pasto per persona, con il consumo del bene alimentare più prezioso che è sceso al minimo storico dall'Unità d'Italia. E' quanto emerge dallo studio "Il pane quotidiano nel tempo delle rinunce" presentato dalla Coldiretti al Forum Internazionale dell'Agricoltura e dell'Alimentazione di Cernobbio. Nel 1861, anno dell'Unità d'Italia, si mangiavano - sottolinea la Coldiretti - ben 1,1 chili di pane a persona al giorno, ma da allora si è verificato un progressivo contenimento dei consumi che oggi sono scesi ad appena 98 grammi a persona.
Se il 78% degli italiani ha tagliato sulla spesa per il pane, con il 42% dei cittadini che nel 2013 ha ridotto le quantità acquistate mentre ben il 36% si è orientato verso tipi meno costosi, è non solo per una questione di diverse abitudini alimentari ma perché il prezzo medio del pane è 'lievitato'. Si parla di un prezzo raddoppiato tra Napoli, dove costa 2,01 euro al chilo, e Venezia, dove si spende 4,65 euro al chilo, mostrando una incredibile variabilità tra le diverse città con valori che variano tra i 3,80 euro al chilo a Bologna, 2,94 a Torino, 2,74 a Palermo, 2,43 a Roma e 2,67 a Bari. Per contenere i costi e soprattutto per garantirsi la qualità a tavola si è verificato rispetto al passato un aumento del 18% del numero di italiani che nel 2013 preparano il pane in casa.
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Fonte: qn.quotidiano.net