Caritas / Poveri, non solo migranti

 

Fonte: Maria Teresa Scarsi - Il Piccolo, Giornale di Alessandria e Provincia

Ovada. Una povertà strisciante che raggiunge un numero sempre più alto di persone: la stragrande maggioranza sono extracomunitari, ma sale anche il numero degli italiani. E’ un triste quadro che emerge dai dati resi noti dalla Caritas ovadese, relativi al 2010: 670 il totale delle persone che fanno capo allo sportello assistenziale, una quarantina in più rispetto al 2009, e un centinaio addirittura, con riferimento al 2008. La crisi fa sentire forte il suo peso: «C’è gente che aveva un lavoro e lo ha perso - spiega Vittoria Tasca, responsabile dei ventidue volontari che si avvicendano nelle varie attività di assistenza. « la situazione economica più difficile rende più contratto il mercato del lavoro, per tutta una vasta categoria di persone: collaboratrici domestiche, badanti, baby sitter, in ambito femminile; manovali e operai dell’edilizia, che era il campo più accessibile, per gli uomini». I più colpiti sono gli immigrati, meno qualificati, senza reti di protezione alle spalle e talvolta anche non in regola con permessi di soggiorno, lavoro, assistenza e così via.
 
Altissimo il numero di equadoregni che fa capo alla Caritas: 68 famiglie, per un totale di 234 persone; seguiti dai rumeni, con 52 per un insieme di 144 membri; seguono al terzo posto gli italiani, con 43 famiglie con ottantasette membri. Un dato questo che era presente in maniera marginale sino al 2006 e che è andato aumentando costantemente sino ai livelli attuali. «Il dato degli ovadesi che chiedono aiuto è pero ancora più alto - precisano alla Caritas - parecchi che hanno perso il lavoro o anziani pensionati che non ce la fanno più a far fronte alla vita quotidiana, si rivolgono direttamente a don Giorgio, sia perché, essendo il parroco e persona di grande disponibilità, dà una grande fiducia, sia perché preferiscono tenere riservata, in un rapporto personale. la loro situazione».
 
Allo sportello Caritas si offrono aiuti di tutti i generi: dagli alimenti, che arrivano dal Banco Alimentare (122 quintali), diminuiti tuttavia quest’anno del 50%; dalla Coop Liguria, attraverso il Progetto Buon Fine, che ha anch’esso avuto un livello assai più basso; tanto che per integrare alcuni alimenti, come latte, riso, olio, legumi , si sono dovuti spendere 2228 euro, con un aumento di 763 euro rispetto al 2009.
 
Per sostenere pagamenti di affitti, utenze varie, spese condominiali, sono stati impegnati 11.926 curo; altri 4289 sono andati in contributi a famiglie in situazioni di assoluto disagio. Un fatto che contribuisce a evidenziare il momento difficile della vita sociale è la richiesta di lavoro: sono state 59, provenienti da persone di tante nazionalità diverse , tra cui anche 5 italiani. Ma solo quindici hanno potuto essere soddisfatte con una risposta positiva. «Tante le ragioni di questa difficoltà - spiegano i volontari - una è data dalla presenza massiccia in città di stranieri in cerca di occupazione; ci sarebbe qualche opportunità di lavori di assistenza notturna o con orari prolungati, ma molte donne sono impossibilitate ad accettarli perché hanno bambini piccoli e sono sole; e poi c’è una minore offerta perché s’è ridotto il numero delle famiglie italiane che ricorre all’aiuto per i lavori domestici e per assistenza ad anziani e bambini».
ll bilancio totale 2010 della Caritas ha visto entrate per 24.356 euro, e uscite per 25.338 euro, con un disavanzo di spesa di 982 euro, cui si è fatto fronte con il fondo cassa di 3287 euro, che erano a disposizione a fine 2009.


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