Caritas: progetti solidarmente virali

“Uno straordinario susseguirsi di incontri e confronti territoriali, con l’attiva partecipazione di istituzioni, imprese, enti caritativi, Caritas diocesane e Chiese locali in tutta Italia. E la chiara percezione – anche a livello parrocchiale - di un incremento di contatti da parte delle imprese della produzione, distribuzione e somministrazione alimentare finalizzati alla donazione per solidarietà sociale” conferma Caritas interpellata in merito all’effetto “Legge Gadda” per le strutture caritative attive sul territorio.

La Legge che finalmente stabilisce la priorità del recupero del cibo in eccedenza a favore delle persone povere ha un esempio di applicazione virtuosa ad Asti, nel quartiere Torretta, dove il Comune, la scuola primaria Rio Crosio, l’ente gestore della mensa e la Caritas della Parrocchia Nostra Signora di Lourdes hanno siglato un accordo per il recupero di quasi 9.000 pasti in un anno.

«Il primo contatto lo abbiamo avuto in Caritas diocesana» – spiega Giuseppe Amico, direttore della Caritas diocesana - «Ma abbiamo ritenuto che i volontari di questa Caritas parrocchiale potessero molto più efficacemente garantire il recupero puntuale e la distribuzione diretta alle famiglie beneficiarie. Così è, infatti, con tutti i vantaggi della prossimità reale anche sul piano delle relazioni».

Così è nato Eticamensa, sul terreno fertile dei tavoli di concertazione promossi dal Comune con le realtà del volontariato. Per Marta Parodi, assessore all’istruzione, la scelta di fondo è chiara: «Siamo partiti da un esperimento, scegliendo una porzione specifica di territorio, perché, in un certo senso, abbiamo voluto sposare una scuola con il proprio quartiere. E questo vorremo replicare, in termini operativi ed educativi».

«Consegniamo il cibo a 15 famiglie che accompagniamo su diversi fronti - sottolinea la volontaria Daniela Borsa -. Un lavoro grandissimo, però, viene fatto all’interno della scuola. Ogni giorno gli operatori della mensa scolastica consegnano ai volontari il cibo integro, già collocato in contenitori sigillati che vengono direttamente consegnati alle famiglie.

Inoltre, durante il pranzo a scuola i bambini sono invitati dalle insegnanti a seguire alcune regole: scegliere la mezza porzione di ogni portata, eventualmente chiedendo il resto in seguito; non eliminare alcun cibo dal piatto; mangiare tutte le pietanze, anche in porzioni piccole. In questo modo, oltre alla responsabilizzazione degli alunni, si garantisce che il cibo non consumato rimanga perfettamente confezionato».

Un progetto “solidarmente virale”, per dirlo con l’assessore Parodi: «Per far crescere davvero il valore della cittadinanza nei diversi quartieri della città». Alla Caritas di Nostra Signora di Lourdes, intanto, sono arrivati nuovi volontari. Contrastare lo spreco e favorire il dono può rispondere tanto ai bisogni della povertà, quanto al desiderio di solidarietà.