Incontro presentazione "Se offrirai il tuo pane all'affamato"

L'incontro di presentazione del libro di Giorgio Paolucci “Se offrirai il tuo pane all’affamato” che si è tenuto ieri presso la sala “S. Paolino d’Aquileia” a Udine è stato un momento privilegiato far conoscere a tutti l'attività del Banco Alimentare, l'idea da cui è nato più di 25 anni fa, le storie delle persone che hanno contribuito a costruire questa grande Opera di condivisione, siano essi assistiti, volontari, amici, collaboratori, sostenitori, imprenditori. E’ anche stata una concreta e prima possibilità di confronto sulle tematiche della povertà e dello spreco tra l’Arcivescovo di Udine Andrea Bruno Mazzocato e la Presidente della Regione Debora Serracchiani, che hanno intrapreso un dialogo aperto e costruttivo.

La Presidente ha spiegato l’applicazione e i risultati della misura di sostegno al reddito attivata dalla Regione lo scorso giugno, evidenziando come questa abbia permesso di scoprire che la realtà della violenta crisi che ha investito il nostro Paese è molto più vasta di quanto si pensi, dal momento che la domanda di assistenza coinvolgerebbe più di 25 mila persone contro le 5 mila che apparivano in un primo momento. Ha sottolineato la positività della posizione del Friuli Venezia Giulia “Il fatto che la Regione FVG sia arrivata per prima a questo provvedimento per contrastare la povertà indica un lavoro concreto che si sta facendo a tutti i livelli, collaborando insieme diverse realtà come le istituzioni, la Chiesa e il Banco Alimentare”. E’ inoltre in discussione alla Camera una legge anti spreco per agevolare il più possibile i processi recupero degli alimenti da poter donare a chi è nel bisogno, “Legge portata avanti trasversalmente a tutte le forze politiche, indicando in questo modo l’ positività della proposta”.

L’Arcivescovo ha spiegato in che modo la Chiesa compie il suo tentativo di contrastare la povertà: “La Chiesa aiuta con la solidarietà più prossima - modalità più adatta dove ci sono città e paesi piccoli - e stimola le persone con incontri di sensbilizzazione per creare una rete di solidarietà per offrire pane, ma insieme al pane anche compagnia e condivisione.  Bisogna agire su un doppio binario: dare il pane ma stare dentro ad una condivisione, che implica rispetto per la dignità di tutti. Si cerca di portare avanti in questo modo una azione educativa.”

Ha sottolineato inoltre come contro lo spreco alimentare si renda essenziale “Riscoprire come la mentalità consumistica sia una forma vera di idolatria. Dobbiamo educarci a riscoprire la bellezza di vivere dell’essenziale e condividere il superfluo, riscoprendo così anche la qualità dei nostri bisogni, il che ci purifica dall’idolatria e ci porta a scoprire chi abbiamo “fuori dalla porta” che ci attende nel suo bisogno”

Ad oggi in Banco Alimentare del Friuli Venezia Giulia aiuta più di 46mila bisognosi tramite 331 strutture caritative ad esso convenzionate. Il Presidente Paolo Olivo ha specificato che “Nel territorio del Friuli Venezia Giulia abbiamo 229 strutture caritative che assistono 30mila persone e in Veneto Orientale sono 102 per 16 mila bisognosi. Il Banco Alimentare FVG in questi 20 anni di attività ha cercato di far fronte il più possibile alla povertà alimentare e di recuperare più alimenti possibili”. Solo nel 2015 sono state ridistribuite 2.272 tonnellate di alimenti, per un valore commerciale di più di 7 milioni di Euro. In 20 anni è stato donato cibo per 61 milioni di Euro, grazie anche ai tanti volontari che si impegnano quotidianamente nel lavoro di recupero e redistribuzione. “I primi ad essere coscienti che non risolveremo mai il problema della fame siamo noi, - ha aggiunto il Presidente Olivo -  non abbiamo questa pretesa, ma la certezza che un aiuto lo riusciamo comunque a dare a tanti. Le strutture caritative sono per il 7% mense, il 10% sono strutture residenziali (luoghi di accoglienza per disabilità, dipendenze, situazioni gravi di disagio e violenza o luoghi di accoglienza per migranti) e più dell’ 80% delle strutture sono associazioni che si occupano di distribuire i pacchi alimentari alle famiglie su tutto il territorio”.

Il libro di Giorgio Paolucci non ha la pretesa di raccontare sociologicamente il problema della fame, ma di raccontare storie di persone che aiutano e che sono aiutate. Al centro delle storie c’è sempre l’aspetto umano, anche nelle due storie che hanno per protagonisti due friulani. Come ha spiegato l’autore “Da una parte c’è l’evidenza della povertà e dall’altra un tentativo di risposta che proviene dal basso, di persone semplici che però poi muovono una solidarietà più grande, come a testimoniare che il desiderio di bene non si ferma - neanche davanti a fatti gravi come gli attentati di Parigi, dove pochi giorni dopo alla Colletta Alimentare parteciperanno più persone di sempre, incuranti delle raccomandazioni delle forze dell’ordine a evitare questo tipo di iniziative per motivi di sicurezza; oppure nelle 25 carceri italiane dove è stata fatta la Colletta. Scrivendo questo libro ho scoperto un Paese dove la povertà morde, ma non un Paese rassegnato. Ho incontrato un grande desiderio di costruttività che parte da un desiderio di bene che appartiene alla natura stessa dell’uomo e va al di là di tutto quello che ci può dividere dal punto di vista politico e religioso e credo che questa sia la scintilla che ha fatto nascere il Banco Alimentare quando Danilo Fossati e don Giussani si sono incontrati per realizzare nel concreto questo grande desiderio di carità.”