I 5 punti top della Legge 166/16 L’opinione del prof. Perego

La ricerca “Surplus food management against food waste. Il recupero delle eccedenze alimentari. Dalle parole ai fatti”, realizzata dal Politecnico di Milano, in collaborazione con il Banco Alimentare, certifica che in Italia vengono prodotti, in un anno, circa 5,6 milioni di tonnellate di eccedenze alimentari, per uno spreco pari allo 0,8 per cento del PIL nazionale: circa 8 miliardi di euro.

Questa ricerca per la prima volta ha fornito un quadro organico e complessivo del fenomeno costituendo una solida base scientifica per la Legge 166/16 in materia di “Disposizioni concernenti la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici a fini di solidarieta' sociale e per la limitazione degli sprechi” entrata in vigore il 14 settembre 2016 dopo un iter piuttosto rapido.

Il professor Alessandro Perego – con Paola Garrone e Marco Melacini autore della ricerca del Politecnico di Milano - conferma: “Sulla base di più di 100 casi di studio abbiamo fornito una fotografia dettagliata sulle cause che generano eccedenze stimandone i valori per i diversi settori – industria, distribuzione, ristorazione, domestico - a livello nazionale. Non ci siamo fermati alla quantificazione, ma abbiamo cercato di dare suggerimenti e formulare proposte per rendere virtuoso l’utilizzo delle eccedenze di cibo e ridurre, così, lo spreco” spiega Perego.

La legge 166/16 - conosciuta come Legge Gadda dal nome della prima firmataria e anche sua brillante ex-allieva - le sembra una risposta efficace?    

La legge ha avuto il primo e sostanziale merito di portare con forza il tema nel dibattito politico. Un aspetto positivo che sottolineerei è la chiara distinzione operata tra eccedenze e spreco. La legge mette il riflettore sulle opportunità che esistono per mettere a buon uso le eccedenze, una volta che si sono create, riconoscendo la “priorità” del recupero del cibo per fini sociali. Dal punto di vista operativo ha poi tre importanti elementi di valore. Ha riunito in un unico documento i principali riferimenti legislativi, togliendo l’alibi della barriera normativa. Costituisce in secondo luogo una “piattaforma" che rende più facile agli operatori - in particolare del settore pubblico (ad esempio i comuni) - partecipare con le proprie risorse (spazi, persone, …) alla filiera del recupero. Infine, rende possibile agevolare anche economicamente il recupero attraverso la riduzione - per chi dona - delle tasse sui rifiuti.

Presto partiranno dei corsi specificamente ideati per formare gli operatori al corretto recupero delle eccedenze?
 
Il Politecnico di Milano ha voluto produrre con il Banco Alimentare uno strumento di formazione molto efficace, un cosiddetto MOOC (Massive open online course). Chi opera nella filiera agro-alimentare, nelle organizzazioni non profit o nelle amministrazioni avrà a disposizione un corso online agile ed efficace, fatto di piccole lezioni in linguaggio semplice, supportate da tante immagini. 
Il MOOC “Share Food, Cut Waste” presenta concetti e definizioni, illustra i problemi che portano alla creazione di eccedenze e mostra le possibili alternative di gestione. Soprattutto, noi docenti del Politecnico e del Banco Alimentare offriamo criteri e strumenti per gestire i processi di recupero delle eccedenze, internamente alle aziende e in partnership con il non profit. In più presentiamo approfondimenti sulle novità che nel mondo stanno emergendo in ambiti come le tecnologie e i materiali e le soluzioni organizzative ed istituzionali.
Il corso è totalmente gratuito e rilascia un “Certificato di Completamento”. Le lezioni sono in inglese, visto l’interesse per questi temi da parte di tanti paesi, ma sono fruibili in ogni caso con facilità anche grazie ai sottotitoli e all’uso della grafica.

Per avere più informazioni e per iscriversi, visitate il sito Polimi Open Knowledge.
 

La Legge: focus su 5 punti

In Italia, esisteva già prima del 2016 una legge in materia di donazione di alimenti a enti caritativi: la L.155/2003 detta “del Buon Samaritano”, pensata per incoraggiare le donazioni di cibo per finalità sociali. La nuova normativa interviene sul tema eccedenze e spreco con modalità ancora più incisive, armonizzando l’intero quadro normativo di riferimento.

Valutare il grado di attuazione alla scadenza del primo compleanno è forse prematuro, ma è l’occasione per ribadire alcune aspetti innovativi importanti per gli operatori di imprese, enti, comuni e organizzazioni.

  • Il limite dei 15.000 euro sotto i quali non è più necessario fare la comunicazione preventiva all’Agenzia delle Entrate per la cessione, è già applicabile e applicato, ha di fatto reso molto più semplice e meno oneroso per le imprese il processo di donazione delle eccedenze.
  • La cessione di prodotti “oltre il TMC” – Termine Minimo di Conservazione. Si tratta di un punto cruciale della Legge che permette il recupero e la donazione di grandi quantità di prodotti alimentari perfettamente commestibili invitando a superare la disinformazione che vige su questo specifico aspetto.
  • La L.166 ha posto all’attenzione degli operatori il tema dello spreco di cibo e del suo possibile recupero, anzitutto come tema culturale ed educativo. La Legge 166 indica un preciso orientamento che vuole aggredire la pratica dello spreco, incentivare la razionalizzazione delle risorse per un recupero virtuoso.
  • Il tema delle incentivazioni legato principalmente alla “possibilità di ridurre la tassa dei rifiuti” si sta rivelando una leva fondamentale sia per i Comuni che devono deliberare in merito sia per le imprese che scelgono la via “virtuosa”. Molti già gli esempi concreti avviati nel corso del 2017 e che paleseranno gli effetti positivi a consuntivo d’anno.
  • Elemento decisivo per il raggiungimento delle finalità che la Legge si è prefissata è sicuramente la costituzione del Tavolo Permanente di Coordinamento. I compiti attribuiti, la platea qualificata dei componenti (tra i quali Banco Alimentare) possono essere garanzia di un percorso realmente virtuoso rispetto al tema del recupero di prodotti alimentari da utilizzare per finalità sociali.

Banco Alimentare grazie alla sua esperienza ultra trentennale e alla sua presenza capillare sul territorio italiano ha rilevato quanto le aziende stesse – stimolate dalle novità legislative – tendano ad approcciare il problema delle eccedenze e della loro cessione con uno spirito costruttivo e collaborativo, sempre più spesso riferendosi alla specifica affidabilità ed esperienza di Banco Alimentare.

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