Legge Gadda: il comune di San Stino applica lo sconto TARI

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San Stino di Livenza in provincia di Venezia è un comune che vanta un record che non può non essere sottolineato. E’ il primo comune italiano ad avere applicato uno sconto sulla Tari, la tassa rifiuti, per tutti i possessori di attività che producono e distribuiscono beni alimentari e che decideranno di limitare gli sprechi alimentari, domando le eccedenze. Una possibilità questa prevista dalla legge 166, detta “legge anti sprechi”.

Con la legge 166, per chi possiede un’attività nel settore alimentare, panifici, gastronomie, farmacie e negozi di abbigliamento diventa più semplice donare le eccedenze a bisognosi ed organizzazioni non profit, e ricevere benefici a livello fiscale. Nella pratica, come deciso per la prima volta dal comune di San Stino è possibile avere sconti sulla tassa rifiuti (fino ad un massimo del 20%), in misura proporzionale al cibo o al materiale che si è donato, a patto che la donazione sia tracciata e sia possibile fornirne prova.

Cosa prevede il comune di San Stino

Il Comune di San Stino adotta la TARI e non la TARIP (tariffa puntuale). Per determinare, quindi, come applicare lo sconto del 20% sulla parte variabile bisogna considerare i coefficienti del cd. "metodo normalizzato", DPR 158/1999, con i quali viene costruita la TARI medesima.

In sostanza le tabelle 4a e 4b di tale decreto prevedono i coefficienti di producibilità in kg/mq riferiti ad ogni attività non domestica, differenziati a seconda della popolazione residente (tabella 4a per popolazione superiore a 5000 abitanti, tabella 4b per popolazione inferiore), zona di appartenenza (Nord, centro, sud) ed il valore minimo e massimo che possono essere decisi dal comune.

Di conseguenza il calcolo è presto fatto, sappiamo che il supermercato X nel nostro Comune ha la superficie Y e quindi la producibilità teorica di rifiuti è pari alla superficie per il coefficiente della categoria (i minimi ed i massimi sono già determinati in sede di approvazione della tassa).

Sulla base quindi delle quantità dichiarate come eccedenze viene fatto il calcolo di quanti kg defalcare dalla tassa, considerando di arrivare comunque ad un massimo del 20% di parte variabile (questa la scelta del nostro comune).

Porto un esempio concreto effettuato dal nostro ufficio tributi. 
Struttura di 1299 mq, paga un'imposta di 9528,16€. Se l'attività raggiunge il massimo dello sconto possibile arriverà a pagare 8474,15€.

Tale tipo di sconto non può che essere fatto a conguaglio sull'anno precedente, non essendo calcolabile a priori la quantità di donazioni che il soggetto effettuerà durante l'anno. Così come avviene per i rifiuti speciali non pericolosi assimilati agli urbani, l'utenza non domestica dovrà produrre attestazione delle quantità donate.

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