Tagli Aiuti Alimentari UE. L'Europarlamento blocca il taglio ai fondi alimentari

Hanno guardato chi sta peggio, così stanno mettendosi una mano sulla coscienza e, soprattutto, l'altra sul portafogli. La mobilitazione e gli appelli evidentemente sono serviti, perché l’Europarlamento ha appena provato a larghissima maggioranza una risoluzione, con 548 voti a favore e 52 contrari, per invitare la Commissione Europea e il Consiglio d'Europa a elaborare velocemente una «soluzione transitoria per il 2012 e il 2013» che eviti «un calo immediato e considerevole dell'aiuto alimentare, in seguito alla riduzione del finanziamento da 500 milioni a 113 milioni di euro» e garantisca che «le persone dipendenti dagli aiuti non si trovino in condizioni di povertà alimentare».

Per capire bisogna fare un passo indietro di pochi giorni, quando la Commissione Europea aveva seccamente abbattuto gli aiuti alimentari peri poveri forniti dal Pead, il Programma europeo di aiuto alimentare (distribuiti dalle organizzazioni caritatevoli, facendo scendere il fondo annuale a disposizione a 113 milioni, dai 500 che erano. Risultato? Se prima venivano aiutate diciotto milioni di persone indigenti, adesso lo sarebbero state appena tre milioni. E l’allarme era stato subito lanciato dalla Federazione europea Banchi alimentari.

Le carte in tavola ora sono state però rimescolate, visto che da Strasburgo il segnale e arrivato forte e chiarissimo, Quella risoluzione (approvata a stragrande maggioranza, e bene ripeterlo) muove dalle considerazioni che si leggono nella sua stessa prima parte. Nell’Ue «B0 milioni di persone sono a rischio povertà», a causa della «crisi economica e finanziaria il numero di persone che vivono in condizioni di povertà potrebbe aumentare» e «una delle cinque priorità della strategia UE 2020 è la riduzione della povertà e dell’esclusione sociale». Dunque, in questo quadro, «l’improvvisa sospensione di un programma di aiuti esistente e funzionante, senza alcun preavviso o preparazione, si ripercuote in particolar modo sui cittadini più vulnerabili».

Altro passo indietro, necessario per capire tutto. Quel  taglio da 500 a 113 milioni era stato obbligato: la Germania aveva presentato ricorso (contro i fondi al Pead) davanti alla Corte di Strasburgo e l`aveva vinto, poiché quegli stanziamenti venivano in regime di deroga. Perciò nella risoluzione si invitano la Commissione e il Consiglio a fare in modo che il programma per la distribuzione di aiuti alimentari agli indigenti intanto «prosegua negli ultimi due anni del periodo di finanziamento, ovvero 2012 e 2013», e che poi nel successivo periodo 2014-2020 il finanziamento avvenga «con una base giuridica che non possa essere contestata dalla Corte di giustizia dell'Ue e mantenendo il massimale annuo di 500 milioni di euro». Il Parlamento europeo, infine, «sottolinea che il diritto al cibo rientra tra i diritti umani fondamentali» - è scritto ancora nella risoluzione - e «si realizza quando tutti dispongono, in qualsiasi momento, di un accesso fisico ed economicamente fattibile ad alimenti adeguati, sicuri e nutrienti, per poter soddisfare il proprio fabbisogno nutrizionale e le proprie preferenze alimentari e avere una vita attiva e sana».

Fonte: Pino Ciociola - Avvenire