Tagli Aiuti Alimentari UE. Niente aiuti per i poveri

 
I ricchi si rifiutano di aiutare i poveri e così si tagliano i fondi. Sembra che ormai i paesi dell’Ue frughino bene nelle proprie tasche prima di decidere se aiutare “qualcuno”(qualche milione di persone) in difficoltà.
 
E’ del 20 settembre la decisione della Germania insieme a Regno Unito, Svezia, Olanda, Danimarca e Repubblica Ceca, di opporsi ,in sede di Consiglio Ue agricoltura, al ripristino di aiuti europei a favore dei cosiddetti ‘banchi alimentari’, ovvero il cibo distribuito ai poveri da centinaia di Ong in Europa. I sei paesi hanno formato una minoranza di blocco che ha respinto la proposta della Commissione perché l’Europa non neghi l’aiuto ai suoi cittadini piu’ deboli.

Lo stanziamento di questi fondi è fondamentale per i poveri e per quelli che stanno per diventarlo, non stiamo parlando di numeretti, ma di 43 milioni di persone che non possono permettersi un pasto caldo.

Solo un anno fa tutti i governi diffondevano parole d’amore, di uguaglianza sociale , di lotta alla povertà , affinchè tutti nel mondo potessero avere un pezzo di pane da mettere sotto i denti e poi gli stessi paesi ricchi,sedicenti filantropici si rifiutano di sostenere un programma attraverso cui aiutare i poveri. Tanto piace dire dei disagiati che non mangiano, ma ci siamo noi, li aiuteremo a crescere. Tante parole. Solo parole.

Il ministro polacco dell’Agricoltura, Marek Sawicki, persidente di turno del consiglio esprime il suo rammarico nel dover constatare che non si è riusciti a raggiungere un accordo e che “’sei paesi si sono chiaramente opposti’ al proseguimento del programma per il 2012 e 2013

Secondo quanto e’ stato riferito da partecipanti alla riunione, la discussione e’ stata molto animata ed il Commissario europeo per l’Agricoltura, il romeno Dacian Ciolos, e’ arrivato a sbattere il pugno sul tavolo. Il programma europeo di aiuti alimentari, cui i paesi possono partecipare su base volontaria, e’ stato lanciato dalla Ue nel 1987 sotto la presidenza Delors della Commissione europea con una dotazione di circa 100 milioni di euro. Nel 2009 era arrivato a distribuire alimenti per quasi 500 milioni di euro con le quali venivano forniti pasti a circa 13 milioni di indigenti in 19 dei 27 paesi della Ue, in particolare in Italia, Polonia e Francia. Una decisione della Corte europea ne ha pero’ rilevato la illegittimita’ formale, in quanto tali fondi venivano prelevati da quelli destinati alle politiche agricole mentre avrebbero dovuto esseri imputati alle politiche sociali della Ue.

La sentenza a suo tempo provoco’ l’immediato taglio dell’80% della dotazione per il 2012 (scesa a 113,5 milioni) e l’azzeramento per il 2013.
Il rappresentante della Germania, il sottosegretario Robert Kloos, ha affermato che ”in linea di principio l’aiuto ai poveri e’ una buona cosa, ma e’ un dovere che spetta ai goevrni nazionali”, sostenendo che quindi tali fondi dovrebbero essere forniti ”dai bilanci nazionali e non dal budget della politica agricola europea”.

Chiaramente non sono giunti applausi come risposta a queste dichiarazioni e il commento più diffuso è stato : “Inaccettabile!”: dal gruppo parlamentare S&D, dal capogruppo del Pdl al Parlamento europeo, Mario Mauro, e dal relatore ombra del Ppe sul bilancio 2012, Giovanni La Via (“una minoranza di blocco non può decidere una drastica riduzione dell’aiuto alimentare agli indigenti”). Anche il presidente francese Nicolas Sarkozy ha dichiarato: “Inaccettabile che l’Europa abbandoni i suoi concittadini più deboli”.

Il portavoce per le politiche agricole dell’eurogruppo ha ”lanciato un appello ai sindacati, ai movimenti sociali e a tutti i gruppi politici del Parlamento europeo affinche’ reagiscano fermamente contro questa decisione” e ”facciano pressione sui paesi responsabili di questa irresponsabile opposzione” al rilancio del programma. Il gruppo socialista in una nota ricorda che il programma ‘food for free’, lanciato nel 1987, quest’anno ha distribuito 440.000 tonnellate di alimenti ”in parte proveniente dai magazzini delle eccedenze e che altrimenti sarebbero stati mandati al macero”.

La posizione della commissione

Bruxelles difende a spada tratta il programma alimentare europeo per la distribuzione di cibo gratis ai poveri e alle famiglie in grandi difficolta’, e dice di essere ”profondamente rammaricata che il Consiglio dei ministri dell’Ue non abbia sostenuto la sua proposta di mantenere in vita il piano alimentare per il 2012 e il 2013”.

Eppure, per i prossimi due anni l’Ue ha gia’ stanziato i 500 milioni di euro annui destinati a sostenere il piano alimentare di solidarieta’, che gia’ ora permette di aiutare oltre 18 milioni di indigenti nell’Ue. Un numero che rischia di crescere considerando che attualmente 43 milioni di europei sono a rischio poverta’. ”Mi sto battendo da piu’ di un anno per difendere il programma alimentare per i piu’ poveri e intendo continuare a farlo” ha detto con forza il commissario europeo all’agricoltura, Dacian Ciolos, precisando che l’Ue deve restare un partner su cui le banche alimentari possano contare considerando che la crisi economica che rende il programma sempre piu’ necessario”. Ciolos tiene comunque a sottolineare che ”c’e’ ancora la possibilita’ di sbloccare la situazione – e agli Stati membri che si oppongono dice ”di non giocare con la paura, per dei milioni di famiglie europee, di non aver accesso al cibo in quantita’ sufficiente nel 2012 e nel 2013”.

Bruxelles non intende cambiare rotta e annuncia che, ”entro la fine dell’anno presentera’ una proposta per mantenere in vita il programma oltre il 2013”. Cosi’, ”a partire dal 2014, con la nuova programmazione finanziaria dell’Ue, la Commissione intende proporre di inserire il programma di aiuti alimentari agli indigenti nella Politica di coesione economica e sociale e non piu’ nell’ambito della Politica agricola comune. Dopo la sentenza del Tribunale dell’Ue che ha chiesto di modificare la base giuridica del programma alimentare europeo, senza pero’ rimetterlo in discussione, Bruxelles ”ha messo tutte le soluzioni giuridiche sul tavolo”.
Scusate, ma un anno fa, quando si celebrava la lotta alla povertà ed i governi avevano dichiarato di voler rafforzare il loro impegno, a chi lo si diceva?

Fonte: Marina Mignano - International Post