Emergenza Alimentare Italia / Chiodaroli (Caritas): "Povertà, l'europa ci taglia i viveri"

 

Trentasei tonnellate di cibo nel 2012, dirette dall'Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) alla Caritas diocesana di Piacenza, che le ha redistribuite ai 20 enti caritatevoli della provincia di cui è capofila, oltre a provvedere in parte ai propri bisogni (borseviveri in primis).
Nel 2012, 360 quintali di riso, pasta, salsa di pomodoro, formaggio - vitali per un angolo di territorio dove le richieste di cibo negli ultimi tre anni sono cresciute del 40 per cento - e che entro dicembre saranno saliti a 546 quintali, quando anche le consegne degli ultimi Tir al magazzino del Samaritano della Caritas piacentina saranno compiute. Saranno le ultime, per il momento.
Dal 31 dicembre, infatti, come Libertà ha anticipato ieri, lo spettro della mannaia si profila minaccioso su quei provvidenziali aiuti, che per la Caritas diocesana coprono il 30-40 per cento dei suoi bisogni, ma che per diverse piccole realtà parrocchiali della Caritas, nel Piacentino, arrivano a pesare fino al 70-80 per cento. Ora, sulle testa della Caritas (ma anche della Cri e del Banco alimentare, per citare altri esempi) rischia di cascare una tegola dolorosissima, descritta nelle poche, scarne righe con cui l'Agea ha comunicato agli enti caritativi che "l'efficacia del predetto regolamento (il regolamento Ue 807/2010, ndr.) cessa, in via definitiva, a far data dal 31 dicembre, e che nessun nuovo dispositivo comunitario, in capo all'agricoltura, è stato emanato in quanto la competenza sulla materia è passata ad altro settore (Fead) ".
Comunicazione i cui contenuti, forieri di mille preoccupazioni per le realtà piacentine (e non solo) in prima linea contro la povertà, sono stati sostanzialmente ribaditi da una seconda comunicazione partita dalla direzione centrale della Caritas italiana.

"E' stata segnalata la chiusura del Programma europeo che ha garantito (fino al 31 dicembre 2013) le risorse - circa euro per anno -100 milioni di per l'acquisto di beni alimentari gestiti dalla citata Agenzia e le prospettive che - in ogni caso non compenseranno completamente detta chiusura".
In breve, per il futuro si potrà contare sull'eventuale finanziamento di un fondo già esistente, ma non attivato, destinato agli aiuti alimentari, ed il nuovo fondo aiuti europei agli indigenti (Fead), il cui finanziamento dovrà essere approvato entro il prossimo 10 dicembre. Legittimo nutrire preoccupazioni: "Il fondo - sempre la Caritas italiana - potrà essere attivato solo dopo la predisposizione di un Piano operativo da parte del Governo nazionale e la sua approvazione in sede europea. E' ragionevole stimare che questi passaggi non saranno completati prima del marzo-aprile 2014".
«Noi - fa presente il direttore della Caritas piacentina Giuseppe Chiodaroli - confidiamo negli esiti del tavolo di consultazione aperto col Governo, a cui partecipano anche la Croce Rossa ed il Banco alimentare, che tuttavia per ora non ha prodotto alcuna decisione. In assenza di decisioni, dal primo gennaio la situazione si farà preoccupante, determinando una drastica riduzione delle riserve alimentari agli enti caritatevoli».

Risente del clima generale anche un mirabile progetto del territorio come quello di "Piacenza Solidale", che da 7 anni raccoglie cibi freschi in eccedenza dalla grande distribuzione per destinarli alle mense dei poveri di Piacenza (Caritas, La Ricerca, cappuccini di Santa Rita e Santa Maria di Campagna).
«A fronte di un numero sempre crescente di domande di aiuto afferma Giovanni Struzzola, uno degli ispiratori del progetto ultimamente sono diminuiti i conferimenti da parte della grande distribuzione, impegnata probabilmente in un uso più razionale delle forniture. Calano il latticini e i salumi, sono invece stazionari, fortunatamente, frutta, verdura, carni. A questo punto, ci auguriamo che l'atteso ingresso di nuove realtà commerciali nel progetto possa riequilibrare domanda e offerta».

 

Fonte: Libertà di Piacenza - di Simona Segalini (29/10/13)