Emergenza Alimentare Italia / Diminuiscono gli affamati nel mondo, ma in Italia è emergenza alimentare

 

[...] I dati Istat ci dicono che oltre il 13 per cento delle famiglie italiane dichiarano di non potersi permettere un pasto adeguato (proteico) almeno ogni due giorni (erano il 6,9 per cento nel 2010).
Tradotto in numeri assoluti, se tre anni fa gli italiani che si rivolgevano alle mense per i poveri o ricevevano aiuti alimentari erano 3 milioni oggi sono diventati 4 milioni rileva Andrea Giussani, presidente della Fondazione Banco Alimentare che proprio oggi, giornata mondiale dell'alimentazione, parte con la campagna Emergenza alimentare in Italia, una serie di appuntamenti che culmineranno con la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, il 30 novembre. Cresce il numero degli italiani che non riescono a nutrirsi adeguatamente e le persone che mai avrebbero pensato di poter un giorno fare la fila insieme ai senza tetto per ricevere un pasto caldo osserva Giussani, Sono disoccupati che, come ci raccontano i volontari delle strutture che noi riforniamo, magari indossano ancora labito di buon taglio con cui andavano in ufficio.
Dal 2003 una legge unica in Europa, detta del Buon Samaritano, ha reso possibile il recupero del cibo in eccesso prodotto da mense aziendali, grande distribuzione, aziende di catering, e la sua distribuzione agli indigenti. In dieci anni attraverso il progetto Siticibo, il Banco alimentare ha recuperato 2.664.908 porzioni di piatti pronti,799.380 kg. di pane e 892.430 kg. di frutta. Ma molto cè ancora da fare: dei 6 milioni di eccedenze alimentari prodotte ogni anno, la maggior parte finisce ancora nella spazzatura.

Aiuti alimentari ridotti
Ad allarmare il Banco Alimentare e tutte le altre istituzioni che in Europa lavorano per nutrire il crescente numero di poveri, dal Portogallo, alla Francia, dallIrlanda alla Grecia sono i piani di Bruxelles. LUe ha deciso di cancellare il Pead, il programma di aiuti alimentari agli indigenti istituito nel 1987. Grazie a questi fondi versati attraverso lAgenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) da 20 anni circa 15 mila strutture caritative assistono le famiglie italiane in difficoltà con pacchi di alimenti e pasti. Nel solo 2013 il Pead ha permesso la distribuzione di 100 mila tonnellate di cibo. La commissione ha ora proposto di raggruppare tutti gli aiuti ai poveri dEuropa sotto lombrello del Fead, il fondo europeo per gli aiuti agli indigenti, che non coprirà soltanto le emergenze alimentari, ma anche quelle relative alla casa e alleducazione dei più piccoli.
L'eurodeputato Roberta Angelilli è rassicurante: C'erano stati che volevano semplicemente la cancellazione del Pead, lasciando ai singoli paesi membri la gestione delle emergenze legate alla povertà. Il Fondo europeo è stato mantenuto permettendo a ciascun stato di decidere come erogare i fondi. Per lItalia questo significa che la straordinaria struttura di organizzazioni e volontari che ha permesso in questi anni di assistere così tanti poveri, attraverso mense e distribuzioni di derrate alimentari, sarà mantenuta. Ci sarà una riduzione negli stanziamenti ma non eccessiva.
Più preoccupato Giussani: La nostra stima è tra il 2014 e il 2020 i fondi europei diretti a far fronte alle crescenti emergenze alimentari potrebbero essere tagliati da 100 a 50 milioni afferma Giussani. Abbiamo avuto rassicurazioni dal governo che nel prossimo piano di stabilità ci sarà una particolare attenzione al problema dellaccesso al cibo per i più poveri, ma ancora non sappiamo se lItalia sarà in grado di integrare completamente le perdite nelle cifre stanziate dallUe. Purtroppo la situazione si sta aggravando e se non se ne prende atto cè il rischio che degeneri. Tutti abbiamo in mente i tumulti del pane descritti da Manzoni
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