Emergenza Alimentare Italia / Pacco viveri, quattromila in coda

 

La settimana del signor Michele è ben scandita: la sua mappa della sopravvivenza non ha bisogno di scriverla.
La sa a memoria. «Ho imparato gli orari: al mattino vado alla chiesa di via Balbi. A pranzo, mi metto in coda a Vallechiara, per il panino di Sant'Egidio. E un giovedì al mese prendo il pacco al Ghetto racconta - basta organizzarsi.
Che poi, il pacco non lo uso per me: ho due figli, tutti e due disoccupati. E quattro nipoti». Nonno Michele, come lo chiamano tutti nei centri d'ascolto dove è di casa, ha 65 anni. Vive con 400 euro al mese di pensione di invalidità, 200 gli vanno nell'affitto. Senza questo aiuto non riuscirebbe a
sopravvivere. E come lui, le quattromila persone che usufruiscono dei pacchi alimentari in centro storico: il 4,5 per cento della popolazione.
Ma a fine anno, il rischio è che il pacco resti vuoto: perché il cibo arriva per quasi il 70 per cento dal Banco alimentare Agea, che da gennaio si vedrà drasticamente ridurre i fondi dall'UnioneEuropea. Nasce per questo, per supplire alla scure sul programma europeo "Pead" di aiuti alimentari - che decadrà il 31 dicembre - , il progetto di solidarietà "Girasol" messo a punto dal Municipio Centro Est e Ats 42 (ambito territoriale sociale centro est) in collaborazione con la Caritas Diocesana genovese: una rete di solidarietà con un programma scandito di raccolte quartiere per quartiere, ogni volta in un diverso supermercato del municipio. Le prime saranno il 14 e il 21 dicembre.

A vivere di assistenza come Michele, in centro storico sono tanti. Sempre di più: «I Centri di Ascolto del solo Vicariato Centro Est distribuiscono in media 1.045 pacchi viveri al mese - spiega l'assessore Maria Carla Italia con Franco Catani, responsabile della Caritas Diocesana - i beni distribuiti vengono per il 67 per cento dal Banco alimentare Agea, per il 28 vengono acquistati e raccolti dai Centri di Ascolto e per il 5 per cento dalla Colletta del Banco Alimentare». I pacchi sono distribuiti dai centri d'ascolto vicariali, ma anche dalla Comunità di Sant'Egidio, dal centro di Emergenia Prè e dalla Stiva di San Siro, che distribuisce il cibo usando tessere nominative (al momento, ne sono attive 120). «Il progetto GiraSol, che sta per "Gira la Solidarietà", ha l'obiettivo di creare una rete solidale - spiega l'assessore Maria Carla Italia - una relazione di vicinanza tra supermercati, i cittadini che vorranno dare una mano e i Centri d'Ascolto del nostro Vicariato. Stiamo completando il calendario per il 2014, che prevede una raccolta mensile ogni volta in un diverso supermercato». Per ora, nei pacchi ci saranno pasta,  riso, scatolame (tonno, carne, pelati) e poi latte, farina, caffè e biscotti. «Il prossimo passo - anticipa l'assessore - sarà ampliare il tipo di prodotti: da quelli per l'igiene alla cancelleria».

 

Fonte: La Repubblica ed. Genova (8/11/13) - di Erica Manna