Con la Federazione Europea dei Banchi Alimentari, a sostegno del popolo Ucraino

Il Banco Alimentare Abruzzo, come organizzazione della Rete Banco Alimentare, a sua volta membro della Federazione Europea dei Banchi Alimentari (FEBA), si unisce alla campagna di raccolta fondi a favore delle popolazioni ucraine che, a causa del conflitto in atto, non è possibile raggiungere per portare sostegno materiale direttamente sul campo.

Dettagli della campagna #AllTogether4Ukraine su www.eurofoodbank.org/feba-supports-ukraine/donation-ukraine

Le strutture caritative convenzionate sono tenute al rispetto degli accordi di accreditamento e non possono donare a terzi quanto ricevuto da Banco Alimentare, ma solo ai loro assistiti. Tra questi, naturalmente, possono essere considerate le persone in fuga dalla guerra che si rivolgono alle stesse strutture per richiedere aiuto alimentare.

Quindi è assolutamente necessario che non si usi quanto ricevono dal Banco per invii all’estero, divieto assoluto per i prodotti Fead e FN (non è permesso dalla normativa).

È fatto divieto inoltre di utilizzare scatoloni con marchio Banco Alimentare per raccolte di alimenti non autorizzate dallo stesso ente.

Il Banco Alimentare è al lavoro per rafforzare la propria capacità di accogliere e distribuire le donazioni di cibo di quanti vorranno sostenere, attraverso le Strutture caritative, i profughi già arrivati in Italia.

Massima disponibilità da parte nostra per incrementare eventualmente gli aiuti a favore di quelle strutture che si trovano ad assistere profughi già arrivati in Italia e massima apertura ad accogliere richieste anche di nuove Strutture caritative o a realtà di aiuto ai profughi arrivati, che finora non hanno operato con il Banco. Per questo è possibile contattare i nostri uffici per eventuali necessità.

Insieme a tutti i Banchi e alla Feba intendiamo muoverci in una logica che va oltre l’emergenza e l’emozione del momento, con attenzione al medio/lungo periodo, con modalità coerenti e che non pregiudichino la continuità del nostro lavoro, a vantaggio di tutti gli indigenti, profughi e non, che saranno destinati ad aumentare proprio a causa della guerra.