Chi siamo

Banco Alimentare è una rete composta dalla Fondazione che ha una funzione di coordinamento centrale e da 21 banchi regionali, tra cui Banco Alimentare Campania Onlus.

La Fondazione Banco Alimentare Onlus ha autorizzato l’uso del proprio marchio all’Associazione Banco Alimentare della Campania Onlus quale unico membro appartenente alla Rete Banco Alimentare operante in tutta la regione Campania. Ha unica sede operativa in regione Campania a Fisciano (SA) alla via Giovanni Paolo II, 33.

Il Banco Alimentare Campania, è una Organizzazione partner Capofila del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, autorizzata alla distribuzione dei prodotti alimentari destinati agli indigenti (iscritta nell’apposito Albo istituito presso l’AGEA con Delibera del Consiglio di Amministrazione n. 164 del 12.05.2006) e provvede allo stoccaggio e alla conservazione dei prodotti attraverso il “Programma Operativo sugli aiuti alimentari e l’assistenza materiale”, che definisce le modalità di gestione del “Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti” (FEAD) e del “Fondo Nazionale per gli Indigenti”.

Il Banco Alimentare Campania Onlus, ogni giorno, con automezzi in dotazione o di terzi, il Banco Alimentare Campania Onlus, a proprie spese, recupera prodotti alimentari integri sotto il profilo dietetico ma che, per diversi motivi, non sono più commercializzabili (eccedenze di produzione, rotture delle confezioni, stagionalità, errori di confezionamento, fine promozione, etc.) dall’industria e della distribuzione agroalimentare. Inoltre sono anche gestite le donazioni di prodotti freschi dell’ortofrutta, che le O.P. dell’intera regione Campania mettono a disposizione nei periodi di crisi del mercato.

Il Banco Alimentare, è una Organizzazione Partner Capofila autorizzata alla distribuzione dei prodotti alimentari destinati agli indigenti (iscritta nell’Albo istituito presso l’AGEA) e provvede allo stoccaggio e alla conservazione dei prodotti forniti attraverso il “Programma Operativo sugli aiuti alimentari e l’assistenza materiale”, che definisce le modalità di gestione del “Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti” (FEAD) per il periodo 2014-2020 e del “Fondo Nazionale per gli Indigenti”.

Presso il magazzino gli operatori (6 dipendenti e 61 volontari) garantiscono il trattamento dei prodotti recuperati svolgendo attentamente le seguenti operazioni:

  • Controllo delle scadenze;
  • Selezione dei prodotti ricevuti;
  • Ri-confezionamento in scatole;
  • Registrazione delle consegne e giacenze di magazzino attraverso il Sistema Informatico nazionale;
  • Posizionamento su pallets dei prodotti per tipologia;
  • Sistemazione dei prodotti freschi nelle celle frigo;
  • Assegnazione dei prodotti disponibili e stampa delle liste di distribuzione;
  • Consegna alle Organizzazioni Partner Territoriali che, su appuntamento, vengono al magazzino per il ritiro gratuito dei prodotti;
  • Consegna del documento di trasporto e prenotazione del successivo ritiro.

Le assegnazioni dei prodotti alle Organizzazioni Partner Territoriali vengono effettuate in base alla tipologia (mense, pacchi alimentari, aiuto ad unità di strada) ed in base al numero degli assistiti. In questo modo, ogni mese, tutte le persone aiutate ricevono un pacco alimentare con generi di prima necessità e le mense per i poveri e i centri che si occupano di unità di strada, un concreto aiuto per servire i pasti quotidiani.

L’opera del Banco Alimentare ha un importante valore solidale. Tutti i prodotti alimentari raccolti permettono alle Organizzazioni Partener Territoriali convenzionate di portare a casa di chi ha bisogno, un “pacco alimentare” (scatola contenente cibo di prima necessità) o di sostenere le loro mense.

Da un lato risponde ad un bisogno primario ma dall’altro porta speranza, capacità di rimettersi in gioco, spazza via la solitudine. Infatti, la povertà, che colpisce oggi in Italia milioni di persone, ha come origine principale la solitudine. Oggi può diventare un “nuovo povero” chi ha in casa un malato cronico da curare; chi perde il lavoro a 50 anni per una improvvisa crisi aziendale; chi, senza una pensione adeguata, si ritrova anziano senza parenti che lo sostengono; la famiglia monoreddito con molti figli che non arriva alla fine del mese.

“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita” è la strada che ha segnato e segna il nostro lavoro quotidiano. Nel condividere un bisogno primario abbiamo a cuore la com-mozione (com-motus: muoversi con l’altro) e la com-passione (com-passum: passione per l’altro) per tutti i nostri compagni di strada, dal povero al volontario, dall’emarginato all’imprenditore che sostiene la nostra opera. Perché ogni giorno facciamo l’esperienza che il cuore di ognuno - ricco o povero – attende qualcuno che si muova con lui, che abbia passione per la propria vita e per il proprio destino. Viceversa si rischia di diventare i “mercenari dell’umanitario”, una sorta di professionisti della solidarietà che hanno bisogno di sfogare il proprio desiderio di bontà per poi sentirsi “a posto”. “In genere – ha scritto Cesare Pavese – è disposto a sacrificarsi chi non sa altrimenti dare un senso alla propria vita. Il professionismo dell’entusiasmo è la più nauseante delle insincerità”.

A noi è accaduto il contrario. È dalla riscoperta della carità e del dono che ciascuno di noi ha ricevuto e sperimenta ogni giorno sulla propria vita, che nasce il desiderio e la passione per il destino dell’altro. Infatti solo dalla gratitudine si può costruire un’opera in grado di rispondere ai bisogni e durare nel tempo. Da questa certezza, da questa commozione, da questa passione,  da questo entusiasmo nasce il lavoro che ogni giorno siamo chiamati a svolgere.