IN EUROPA ABBIAMO VINTO SOLO UNA BATTAGLIA

Dopo sette mesi di battaglia la minoranza di blocco è venuta meno: il Ministro dell’Agricoltura tedesco ha saputo guardare con realismo la grave situazione che si sarebbe venuta a creare e con estrema saggezza ha fatto venire meno la minoranza di blocco, raggiungendo un accordo politico per il mantenimento dei 500 milioni di euro per il 2012-2013.

Nella situazione di crisi che è sotto gli occhi di tutti, far venir meno anche il cibo per i più poveri, sarebbe stata sicuramente una bomba che avrebbe minato, prima ancora che la povertà di tante persone, una pace sociale, già messa a dura prova negli ultimi anni.

La questione cruciale è però che ci troviamo di fronte ad una Europa malata dell’eccessivo individualismo di alcuni interessi nazionali, in cui non sembra più trovare spazio la solidarietà e l’interesse per i più deboli. Senza la Federazione Europea dei Banchi Alimentari chi si sarebbe occupato degli oltre 18 milioni di poveri che sarebbero rimasti senza cibo?

Dico questo perché bisogna non abbassare la guardia. Abbiamo vinto la battaglia, ma la guerra è ancora tutta da combattere. Di fatto il programma di aiuto è stato solo prorogato di due anni, con il fermo intento, da parte della Germania, di bloccarlo dopo il 2013.

Il fatto grave è dunque che vige ancora una concezione secondo la quale ogni Stato membro deve affrontare il problema della povertà in modo autonomo. Ma mettere in discussione un sistema, non solo italiano ma europeo, come quello dei Banchi Alimentari che, attuando il principio di sussidiarietà in oltre 20 anni di lavoro, coinvolge centinaia di migliaia di volontari ed aiuta oltre 18 milioni di persone in Europa, significa tradire la ragione stessa per cui è nata l’Europa. Un’Europa cieca e non solidale non solo è una Europa che noi non vogliamo ma è una Europa che non avrebbero voluto neanche i Padri Fondatori.

Diciamo questo perché non vorremmo che, tra due anni, ci troveremo di nuovo a combattere contro chi ci ha dato vinta la battaglia di oggi, per vincere poi lui la guerra di domani.

Per salvare la Grecia, dove la Germania ha notevoli interessi, si è costituito un fondo di miliardi di euro, che servirà, prima ancora che a salvare i cittadini greci dalla crisi, a salvaguardare piuttosto le banche che hanno acquistato il debito di quel Paese. Per il Pead invece, ci sono voluti sette mesi di battaglie da parte della Federazione dei Banchi Alimentari Europei. Che futuro avrà questa Europa che non guarda più ai suoi poveri ma solo alla finanza, alla borsa, allo spread?

Il momento storico che stiamo vivendo rimane molto delicato e drammatico. I poveri sono in costante crescita e sono sempre più prossimi a ciascuno di noi. Non manca solo il cibo, manca il lavoro, la casa e soprattutto sembrano venir meno le ragioni per sperare e per questo si è sempre più soli; una solitudine spesso avvertita da chiunque, poveri o ricchi.

Per questo, sabato 26 novembre 2011, la Fondazione Banco Alimentare, per il 15° anno consecutivo, organizza la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare, per aiutare oltre 8.000 strutture caritative che accolgono 1.400.000 poveri in Italia.

Un segno di costruzione e di speranza e, prima di tutto, di educazione alla carità.

Sabato 26 novembre più di 120.000 volontari (5.000 in Campania) in oltre 8.600 supermercati (350 della nostra regione), inviteranno a donare alimenti a lunga conservazione che poi saranno distribuiti a mense per i poveri, comunità per minori, banchi di solidarietà, centri d’accoglienza, orfanotrofi, ecc., che aiutano 1.400.000 persone povere in Italia.

Le donazioni di alimenti ricevute durante la Giornata Nazionale della Colletta Alimentare (GNCA) andranno a integrare quanto la Rete Banco Alimentare recupera grazie alla sua attività quotidiana, combattendo lo spreco di cibo (nel 2010 circa 65.000 tonnellate di alimenti, pari a un valore di 210 milioni di euro ovvero al carico di oltre 2.000 tir).

Proponiamo a ognuno la Colletta Alimentare, perché facendo la spesa per chi è nel bisogno, si ridesti tutta la nostra persona, cominciando a vivere all’altezza dei desideri del nostro cuore.