Solo un incontro può generare un mondo nuovo

Nessuno costruirebbe un ponte se non urgesse una necessità e uno scopo: la necessità di mettere in comunicazione due realtà, due mondi, e lo scopo di renderepossibileunacomunicazione,uno scambio, di persone, di beni ma anche di mentalità, consuetudini, culture, insomma un incontro!

Tante volte abbiamo definito “ponte” il Banco Alimentare: e se da un lato del ponte abbiamo incontrato alcune aziende, sull’altro incontriamo alcune strutture caritative e le persone da queste aiutate. Mentre leggevo questo numero di Poche Parole, ripensando al percorso di questi mesi fatto insieme da chi lo ha voluto e realizzato e di cui sono stato in parte testimone, nella mente mi si formava l’immagine di persone che sentono

l’urgenza e la responsabilità di continuare a camminare insieme da una estremità all’altra del ponte per incontrare altre persone, farle incontrare tra loro e da noi tutti, sempre più e sempre meglio, per tener desta in tutti la consapevolezza del senso del nostro fare, del nostro cammino. “Condividendo la necessità del panequotidiano, voi incontrate ogni giorno centinaia di persone. Non dimenticate che sono persone, non numeri, ciascuno con il suo fardello di dolore che a volte sembra impossibile da portare.”

Questo forte richiamo del Santo Padre, durante l’udienza concessaci per il 25nnale del Banco Alimentare, è stato ed è per ciascuno di noi stimolo all’operare quotidiano: ci dice non per cosa ma “per chi” lavoriamo ogni giorno, nelle

nostre realtà, avendo sempre in mente la persona, le sue necessità, i suoi bisogni, in un tentativo di condivisione vera, perché consapevoli che sono tanti i bisogni che ogni giorno anche ciascuno di noi vive, resi ancor più evidenti dal difficile periodo della pandemia che, oltre a tanta nuova povertà, ha generato e genera solitudine, disorientamento e incertezza.

Non sono le analisi e le teorie, neanche le più perfette, che creano solidarietà ed edificano pezzi di mondo più equi ed inclusivi, ma il desiderio di condivisione all’opera che diventa testimonianza di una possibilità per tutti, una presenza e un’esperienza incontrabile adesso, sperimentabile da tutti ora, subito, anche attraverso il loro racconto.