Quanto vale un salvadanaio

All’uscita del supermercato dove ho appena terminato il turno per la Colletta, salgo in auto per andare a prendere mio figlio Matteo in piscina. Mi sento proprio contenta per l’esperienza fatta stamattina. Ero incaricata alla distribuzione delle sportine all’ingresso e più volte mi sono accorta che anche solo rivolgere un saluto o un arrivederci a chi entrava o usciva dal supermercato, cambiava l’atteggiamento di chi avevo di fronte.

Arrivo in piscina, ancora piena di questa esperienza. Matteo sa che andavo a fare la volontaria e di nuovo, per l’ennesima volta, mi incalza dicendomi che avrebbe voluto venire anche lui, e per l’ennesima volta gli spiego che non poteva farlo perché minorenne. D’un tratto se ne esce: “Allora adesso andiamo a casa e poi torniamo a fare la spesa, ho 22 euro nel salvadanaio e voglio partecipare anch’io”. Preciso che i 22 euro sono frutto di sacrifici per lui: 1 euro per aver spazzato la cucina della nonna, 50 centesimi per averle trovato qualcosa che aveva perso, centesimi trovati sulla lavatrice, racimolati e risparmiati per tanto tempo!

Gli faccio una proposta: non c’è bisogno di andare a casa e al primo supermercato ci fermeremo. Andata! Fa la sua spesa ed è interessante osservarlo perché, da buongustaio qual è, sceglie gli alimenti avendo ben presente a chi debbano andare. Dice no al sugo di pomodoro, no, meglio il sugo all’amatriciana o il sugo al ragù.

Comunque facciamo la spesa, riempie 3 buste e spende tutti i suoi risparmi. Arrivati in macchina mi dice: “Mamma mi sento proprio pulito”. Ed io ho già capito quello che lui prova e che vuole dirmi con quel “pulito”… lui è felice come lo sono io!

Arriviamo a casa e, ancora con il giubbotto, corre nella sua camera a prendere il salvadanaio, e mi restituisce tutto quello che ha speso, al centesimo.

Mi ritrovo a pensare che quanto stamattina mi sembrava sorprendente per i clienti sconosciuti del supermercato, in realtà vale anche per mio figlio, che vedo tutti i giorni: donare rende contenti.


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