La grande famiglia di Tarek

Grazie al lavoro del Banco Alimentare con le organizzazioni caritative, la vita delle persone può davvero cambiare. Proprio così… grazie ad un pacco di cibo, grazie agli incontri che nascono, la disperazione e la solitudine si possono trasformare in speranza.

E’ stato così anche per Tarek. Lui arriva dalla Tunisia con le migliori intenzioni. Ha una fidanzata da sposare, vuol farsi una famiglia e trovare un lavoro che gli permetta di mantenerla dignitosamente. Nel 2007 lavora già come metalmeccanico e si sposa, ma a causa della crisi è costretto a cambiare lavoro più volte fino al 2014, anno in cui l’artigiano presso cui lavora non ce la fa più e chiude l’attività.

Dopo 8 mesi di disoccupazione, Tarek si ritrova a piedi, ha tre figli e la dispensa vuota. Lui, che ha sempre voluto fare le cose seriamente, non ha i soldi per pagare il biglietto dell’autobus. E’ il momento di chiedere aiuto. Così, attraverso un amico viene a sapere del Banco di Solidarietà. Tarek è un fiume in piena, non smette di dire che Francesco, Stefano e Margherita gli hanno cambiato la vita! “Ti dico la verità, è cambiato proprio tutto” ripete, e adesso è “in piedi” solo grazie a loro, che sono diventati parte della sua famiglia.

Il rapporto è iniziato con il pacco di prodotti alimentari che i volontari gli portavano, ma si è trasformato presto in qualcosa di molto più grande. “Francesco mi tiene come un padre” racconta, lo va a trovare almeno due volte alla settimana, anche adesso che il pacco Tarek non lo prende più. Grazie a Francesco, infatti, ha trovato un lavoro stabile, così un giorno lo ha chiamato per dirgli che non aveva più bisogno. Ora legge i contatori della luce ed è molto felice. Le famiglie di Tarek e Francesco si frequentano e spesso mangiano assieme. “I miei figli – dice Tarek - vanno tutti a scuola e sono bravi. Cerco sempre di fargli capire che adesso che non abbiamo più bisogno, dobbiamo ridare quello che abbiamo ricevuto, perché tante altre persone stanno male. Li porto sempre con me a fare la Colletta Alimentare, compriamo qualcosa da dare a chi non ne ha”.

Storie come questa ridanno vigore al lavoro del Banco Alimentare. Recuperare cibo, lottare contro lo spreco, distribuire ogni giorno alle strutture caritative, contribuisce a ricostruire delle vite spezzate. Incrociare l’esistenza di queste persone rende più chiaro lo scopo del nostro lavoro. E di questo abbiamo bisogno ogni giorno.

 

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