Buon Compleanno #compagnidibanco!

Eccoli i Compagni di Banco. Stipati nella sala Alessi del Comune di Milano si sono trovati a festeggiare trent’anni di vita del Banco Alimentare. I Compagni di Banco, gente che più diversa non si può; donatori, manager di grandi aziende, volontari; tutti insieme dentro una grande storia. E lo stesso sguardo pieno di storie, di persone incontrate, conosciute, abbracciate. Perché questa è la festa di un popolo, come ha detto il presidente Andrea Giussani, “che si è formato un incontro dopo l’altro, come un fiume in piena”. Nessuno stamattina è stato spettatore di un evento ma tutti attori di una stessa, grande avventura.

Incontro e cuore sono le parole più pronunciate. Perché l’incontro è il cuore di questa storia. “Da un incontro tra poche persone - ha sottolineato Giussani - sono nati milioni di incontri. Perché Carità e bisogni si sono incontrati, sono nate amicizie, è rinata la speranza, si sono ricostruire delle vite”. “Fare bene il bene” è stata una vera rivoluzione culturale perché, come ha detto l’arcivescovo di Milano monsignor Mario Delpini nel suo messaggio, “non si tratta solo di un beneficio materiale, cioè di fornitura di prodotti per l’alimentazione. Si tratta di interpretazione e condivisione di una cultura che può rendere più saggi e lungimiranti i produttori e i consumatori, che può offrire occasioni di educazione a sperimentare la saggezza della carità, che può dare al tempo il significato di occasione per il bene vissuto da molti come volontariato, ma anche aprire spazi di immaginazione per dare vita a una organizzazione che rende degna dell’uomo l’attività produttiva e il legittimo profitto”.

Non sono le parole a cambiare il mondo e nemmeno le promesse. Il mondo è cambiato dalle persone e dai gesti che compiono. Fosse solo piegare cartoni per vent’anni o riempire sacchetti di cibo da donare. È questa intelligenza umana, questa condivisione piena di allegria e consapevolezza che ha reso possibile festeggiare trent’anni di storia. Come ha ricordato Giussani “trent’anni fa in Italia nemmeno si conosceva l’espressione Banco Alimentare. Oggi tutti vedono la notorietà e la stima delle azioni di lotta allo spreco e dell’aiuto alimentare agli indigenti, ampiamente diffuse. E tutto questo perché quel cuore che guida per non essere un sentimento - ha aggiunto il presidente - diventa responsabilità, quella di essere all’altezza di una promessa fatta ai nostri Compagni di Banco, di una reputazione acquisita giorno dopo giorno. Della cura organizzativa, quella di un’impresa che fa carità”.

“Ci vuole una buona dose di coraggio a costruire un’impresa che fa carità. Perché la povertà aumenta, aumentano le famiglie in difficoltà, aumentano i minori privi di ciò che serve per essere felici. Eppure si continua perché, come ha detto ancora Giussani, l’opera di crescente presenza della Rete Banco Alimentare e la capillarità delle circa 7700 strutture caritative convenzionate, risulta preziosa, proprio per le sue caratteristiche di continuità e come ponte tra chi dona cibo eccedente e chi non ne ha”.

Dalla terra ambrosiana è partita quella che in origine sembrava solo l’idea di un gruppo di amici e che ha trovato poi fondamenta solide nell’incontro tra don Luigi Giussani e Danilo Fossati; dall’incontro tra l’anima educativa e quella industriale di questi due uomini ha iniziato a scorrere un fiume che non si è più fermato. Fino ad arrivare a ieri mattina. Nella meravigliosa sala Alessi, i Compagni di Banco hanno ricominciato a camminare insieme.