Colletta Alimentare: la forza di un gesto, un giorno di ordinario miracolo

Metti che dopo 25 anni di Collette Alimentari quando arriva la fatidica telefonata con la usuale richiesta “vuoi fare il capo equipe?” complice l’età, gli acciacchi, i problemi familiari ecc. ecc. il tuo “si” non sia più entusiastico e pronto come la prima volta. Metti che gli amici e i parenti a cui chiedevi solitamente di darti una mano stavolta non siano disponibili e ti diano buca. Metti che arrivi a dubitare che gli slanci di generosità e la capacità di donare delle persone che incontri siano ancora quelli di una volta, e che nel frattempo tu sia diventato anche leggermente fatalista e pessimista e cominci a immaginare di rimanere al supermercato da solo o quasi, affannato nel dare volantini, ricevere alimenti, chiudere scatole e fare i conteggi… Ecco, proprio quello è il momento in cui assistere al miracolo di una giornata, quella della Colletta, che non riesci mai a prevedere e che ti sorprende sempre, anche se l’hai vissuta decine di volte. 

E allora capita che il giorno prima della Colletta arrivi la telefonata dell’amica vicepreside della tua scuola e ti comunichi che un folto gruppo di alunni vuole partecipare garantendo il turno di mattina fino al pomeriggio. Capita che i ragazzini di un corso di catechismo arrivino numerosi coi loro i genitori e si aggiungano festosi al gruppo di alunni. Capita che un alunno sorpreso dalla bellezza di questo gesto voglia rimanere fino a sera ad aiutare, che un genitore del corso di catechismo venga in modo inatteso il pomeriggio, che altri amici in modo imprevisto arrivino e coprano i vuoti dei turni rendendo il gesto efficace e fruttuoso in tutti i suoi aspetti, sia per chi lo vive da volontario, sia per chi lo vive semplicemente da donatore. Così fruttuoso da raggiungere risultati inaspettati anche in termini di peso (quest’anno più di una tonnellata e mezzo di alimenti solo nel nostro supermercato e di 7000 tonnellate in tutta Italia), ma soprattutto in termini di partecipazione e di speranza. Perché ogni anno si rinnova questo miracolo di un gesto che ti sorprende sia per la risposta sovrabbondante delle persone coinvolte che per la forza educativa che esprime, cioè per la capacità di fare capire che cosa significa donare, in un modo così immediato e profondo come pochi altri gesti hanno: come il soldino dato dal padre al bambino per essere consegnato nell’offerta della Messa (gesto che mio padre faceva con me, che io fatto con i miei figli e che tanti padri hanno fatto e fanno con i loro figli), ti fa capire - senza pronunciare nessuna parola - che quello che dai non è nient’altro che quello che ricevi!

“Condividere i bisogni per condividere il senso della vita”, questa frase che ci ha accompagnato per tanti anni non ha avuto bisogno di spiegazioni, per capirla è bastato un semplice gesto. E che le persone percepiscono immediatamente questo significato lo vedi dagli occhi, da come ti porgono la busta con gli alimenti acquistati per la Colletta, da come ti ringraziano. E spesso sono quelli che sembrano più bisognosi che danno di più. Qualcuno, poi, timidamente chiede come potersi coinvolgere nella distribuzione degli alimenti alle famiglie bisognose. Questo è il miracolo della Colletta che si rinnova sempre e che quest’anno sembra ancora più prezioso in concomitanza del suo 25° anniversario, soprattutto perché ci è stata data la grazia di poterlo rivivere in loco dopo un anno di sospensione a causa della pandemia.

Metti che alla fine di una lunga giornata che credevi fosse difficile da affrontare ti ritrovi ancora in forma e con il cuore grato, e pensi: “meno male che ho detto sì”!

Dedicato a tutti i volti che hanno reso eccezionale il giorno della Colletta Alimentare. 

 

Ph. Caterina Fiordi / ICONphotos