Coronavirus: chi si occupa delle persone in difficoltà?

Fonte: milano.repubblica.it

Anche le persone in difficoltà e bisognose di un aiuto alimentare si trovano a subire le conseguenze del COVID-19. A Milano, infatti, chiudono alcuni centri che le assistono, come il Pane Quotidiano.

"Dobbiamo rispettare l'ordinanza regionale ed evitare assembramenti di gente in coda - spiegano i volontari dell'ente laico che da 100 anni aiuta gli indigenti regalando eccedenze alimentari - Non possiamo fare altrimenti, ogni giorno da noi si creano lunghe code di persone che stanno in attesa del pacco con i viveri. Speriamo di poter presto riprendere l'attività".

Corrono ai ripari per evitare assembramenti anche altre associazioni costrette a cambiare il sistema con cui assicuravano pasti caldi: è il caso di Opera San Francesco che non farà più entrare le persone nei locali della mensa, ma - per non dimenticare le persone in difficoltà, proprio in questa emergenza generale - distribuirà i pacchi con panini e altri generi di conforto fuori dalla sede.

Il Comune di Corbetta, invece, ha deciso di distribuire ai poveri del suo territorio gli 800 pasti già preparati lunedì che erano destinati ai bambini delle scuole chiuse per l'emergenza. Le volontarie del Cif, Sodexo e dei servizi sociali sono riuscite ad organizzarsi in breve tempo e, nonostante i giorni di tensione e di paura, hanno deciso di dare una mano concreta alla case di accoglienza e ai cittadini più bisognosi.

Anche la Caritas ambrosiana si adegua chiedendo di non far creare code davanti ai centri di ascolto delle parrocchie fissando appuntamenti ai bisognosi. Le mense continuano a funzionare distribuendo il cibo attraverso sacchetti evitando di consumare il pasto nelle strutture, le accoglienza residenziali e notturne restano aperte e, ove possibile, estendono il servizio durante la giornata, avvalendosi delle figure mediche presenti in grado di fare da filtro all'ingresso.

Infine, gli empori e le botteghe solidali distribuiranno le spese su appuntamento con le singole famiglie inviate. Sospese invece le attività di doposcuola e le scuole di italiano.

"In questo momento difficile, siamo chiamati ad agire con un ancora maggiore senso di responsabilità. Le decisioni che abbiamo preso intendono evitare la creazione di assembramenti che possono favorire il contagio e al tempo stesso assicurare l'assistenza necessaria ai soggetti socialmente più deboli -. dice Luciano Gualzetti, direttore di Caritas Ambrosiana - Mentre invitiamo volontari e operatori ad attenersi scrupolosamente a queste indizioni estendiamo a loro e a tutta la popolazione l'invito del nostro Arcivescovo ad evitare allarmismo e rassegnazione, coltivando invece prudenza e senso del limite. Occorre evitare che gli effetti di questa situazione di emergenza ricadono fatalmente sui più deboli, a cui non deve venir meno la prossimità degli operatori, dei volontari e delle comunità tutte".