Quando il cuore spicca il volo: le eccedenze di Alitalia donate a Banco Alimentare

Man mano che l’emergenza sanitaria avanzava la situazione per centinaia di aziende italiane è diventata drammatica. Nessuno è stato risparmiato nemmeno una grande azienda come Alitalia che oggi può contare su 110 voli giornalieri, rispetto ai circa 500 del periodo precedente alla pandemia.

Una grande precarietà, una preoccupazione crescente per il futuro, dentro le quali è spuntato un fiore forse inatteso, ma davvero speciale. Cibi e bevande che non potevano essere imbarcati sugli aerei e che invece restavano nei magazzini, sono stati donati alle diverse sedi di Banco Alimentare.

“È stata una partecipazione appassionata- racconta Emanuela Bartoletti che, insieme a Stefania Izzo della Corporate Social Responsibility di Alitalia, è all’origine di questa storia - e non solo un fatto tecnico per evitare lo smaltimento delle eccedenze. Nessuno di noi avrebbe potuto presagire una situazione del genere che ha avuto impatto su tanti settori dell’azienda. Ma davanti a tutti c’era l’immagine di un Paese che stava precipitando nel bisogno, di migliaia di persone che si sono trovate a passare dalla normalità, alla povertà; l’obiettivo per noi è diventato non sprecare, metterci in gioco e per quanto possibile aiutare chi si trovava in difficoltà”.

Non è stato semplice. Alitalia è un’azienda commissariata e per qualsiasi iniziativa, per qualsiasi bene che esce dall’azienda, occorre una specifica autorizzazione. E così è stato necessario studiare un percorso che rendesse possibile la donazione, anche perché non era mai capitato nel passato, di avere a disposizione un quantitativo simile di merce in eccedenza. Un iter articolato che ha coinvolto tanti settori dell’azienda. “La realtà-racconta ancora Emanuela- è che tutti si sono appassionati a questo progetto, da chi lavora nell’ufficio acquisti e chi sta nei magazzini. Ci chiamavano per avvisarci delle eccedenze, c’è stata una partecipazione attiva da parte di tutti, un vero lavoro di squadra. C’è stato in tutti un entusiasmo, la volontà di partecipare mossa dal desiderio di essere utili a qualcun altro. 

L’idea è nata in ambito della Corporate Social Responsibility, con il coinvolgimento di tanti colleghi per studiare un iter che rendesse possibile il progetto, attraverso riunioni con le diverse parti coinvolte, fiscale, amministrativa, acquisti e approvvigionamenti. Ma è soprattutto il cuore che si è messo in moto ed ha reso tutto possibile. Il primo rapporto è stato con il Banco del Lazio. “Poi loro stessi e i responsabili della Fondazione, ci hanno indicato quali altre sedi potessero essere interessate”. E così le eccedenze di Alitalia hanno raggiunto mezza Italia. Ma perché scegliere Banco Alimentare come interlocutore? “Ci è venuto naturale pensare al Banco Alimentare - spiega Emanuela - soprattutto rispetto alla tipologia di prodotti da donare e la nostra proposta è stata approvata dal vertice aziendale. Vi assicuro che abbiamo molti contatti con varie associazioni, ma in questo caso ci è venuto spontaneo pensare al Banco, una realtà nazionale che conosciamo bene”. Un’altra storia, un altro pezzo di cammino, con nuovi compagni di strada.