Silvana "salvata" dal Banco

Silvana è una donna piccola, dalla voce delicata e dai movimenti rapidi. La prendo a braccetto, come farei con mia madre, mentre ci andiamo a sedere in tranquillità su una panchina all’ombra, davanti alla laguna gradese che si staglia placida.  

“Il Banco mi ha raggiunto, ormai 17 anni fa, durante un periodo molto duro - mi dice, scostandosi dalla fronte il ciuffo biondo. Avevo appena perso mio marito, che amavo moltissimo, ed ero caduta in un baratro di dolore e sconforto, mi sembrava che niente nella mia vita valesse la pena”. La voce si sfilaccia un po’, sull’onda del ricordo. “Mia figlia stava già collaborando con il Banco fin da quando è iniziato tutto, in una stanza senza finestre, né servizi, né riscaldamento, di fronte alla stazione. Mi ha invitata a venire a dare una mano, per concentrarmi su qualcosa di diverso, per distrarmi un po’. All’inizio ero titubante, ma ho detto di sì, anche se non sapevo fare proprio niente, neanche compilare una bolla! Gli altri volontari pian piano mi hanno accompagnata, mi hanno insegnato passo dopo passo ad usare anche il pc.” 

In tutti questi anni Silvana c’è sempre stata. Anche quando un problema alla gamba le ha reso difficile per molti mesi muoversi, guidare o stare seduta. Con grande pazienza, lei c’era sempre, claudicante ma fedele e innamorata del Banco. Grazie a lei, nessuna struttura caritativa sfuggiva alla consegna del ddt o alla proposta di una donazione per le marmellate solidali o per i biglietti della lotteria.  

Anche durante la pandemia, un pezzo del suo cuore era rimasto al Banco. “Mi mancate tutti. Spero di tornare presto”. 

“Nel tempo, ho visto come il Banco Alimentare è cresciuto anno dopo anno, ed è una cosa sorprendente…! All’inizio eravamo in quattro ed ora siamo così tanti che non mi ricordo neanche i nomi di tutti! E’ incredibile vedere come si è strutturato, come il lavoro gratuito di tante persone ha fatto in modo che il Banco crescesse così tanto. E’ davvero un miracolo. 

Io sono ancora qui, e voglio esserci finché potrò e sarò in grado, perché il Banco mi ha “salvata”, mi ha dato un luogo dove potermi sentire a casa e potermi rendere utile agli altri. E poi, vedere le persone che si riesce ad aiutare…. è bellissimo”.