#TogetherTo2030: il concetto di Circular Food System

Caro lettore del Banco, siamo arrivati alla terza puntata della rubrica #TogetherTo2030 e oggi vogliamo parlarti di Circular Food System, un termine che ci piace molto perché valorizza il contributo che ogni giorno diamo (noi e tutte le realtà non profit impegnate per il medesimo obiettivo) ad un sistema agroalimentare più sostenibile.

Anzitutto cos’è il food system e che differenza c’è con il concetto di filiera agro-alimentare?

Se con sistema si intende un insieme di diversi elementi, con sistema agroalimentare si intendono tutti gli attori che, costituendo differenti sotto sistemi, interagiscono tra loro per creare e scambiare i beni alimentari (vedi qui per maggiori dettagli). La differenza col concetto di filiera agro-alimentare sta proprio nella prospettiva impiegata per comprendere, spiegare e modificare le relazioni fra i diversi attori: mentre la filiera agro-alimentare è concepita in maniera lineare e scaglionata, un sistema alimentare implica una visione olistica, cioè il fatto di considerare tutti gli attori come un’unica entità.

A questo punto aggiungiamo un altro step: un sistema agroalimentare circolare è un sistema che è in grado di alimentarsi autonomamente perché capace di correggere le proprie distorsioni e imperfezioni, trasformandole in nuove opportunità. Insomma, il Circular Food System riconosce e dà valore al lavoro quotidiano di realtà come la nostra.

Noi di Banco Alimentare, come sai, recuperiamo gratuitamente eccedenze da ogni settore − primario, trasformazione, distribuzione, ristorazione – con un chiaro obiettivo: destinarle a nutrire l’essere umano in difficoltà, evitando che diventino spreco sociale. I settori dove recuperiamo di più sono la trasformazione e la distribuzione, ma il lavoro da fare è ancora tanto: uno studio del Politecnico di Milano del 2015 stimava che le eccedenze nel sistema agro-alimentare sono più di 5 milioni di t, ma solo 500.000 vengono recuperate a fini sociali, cioè per aiutare gli indigenti.

La pandemia e la guerra in Ucraina stanno stravolgendo le relazioni economiche globali − l’aumento vertiginoso del costo dell’energia, le limitazioni all’export verso la Russia e l’impossibilità in Ucraina di effettuare i raccolti e di seminare per la prossima stagione stanno generando un aumento significativo di eccedenze in alcuni segmenti (ortofrutta, latticini e salumi) mentre in altri si registrano i primi sintomi di un’acuta scarsità (cereali e semioleosi per la produzione di olio).

 

“Il tempo dell’azione è adesso” non è solo una frase di circostanza: se c’è una cosa che questi anni ci hanno dimostrato è senz’altro l’urgenza di un approccio sistemico e di lungo periodo, per questo unisciti a noi … vi diamo appuntamento a settimana prossima con un'altra puntata di #TogetherTo2030!