Banco alimentare di Asti sotto sfratto: quali soluzioni?

Il Banco alimentare è sotto sfratto.
A Ottobre dovrà lasciare la sede di corso Palestro

E' un'azienda in attivo, i «clienti» aumentano, i magazzini si riempiono e si svuotano in tempi record. Ma non sono dati incoraggianti, al contrario: il bilancio attivo dell'«impresa Banco Alimentare», denuncia uno stato di crisi crescente. E presto potrebbe andar peggio: il Banco Alimentare di Asti è stato sfrattato, per fine ottobre dovrà lasciare i locali di corso Palestro. Senza un magazzino in città, l'associazione fondata da monsignor Giussani non potrà più garantire gli stessi aiuti. Soltanto ad Asti il Banco sostiene 16 strutture caritative (39 nell'Astigiano) e 2500 persone (6 mila in tutta la provincia) tra cui i 1200 utenti della mensa di corso Genova.
Dai 400 metri quadrati del magazzino di corso Palestro, ogni anno partono in media oltre 240 tonnellate di alimenti: «Sono garantiti dalle giornate annuali di Colletta Alimentare - spiega Giuseppe Ferrero, referente astigiano del Banco - e da altre donazioni come quelle dell'Esselunga di corso Casale e della Piattaforma 3A di Quarto con cui collaboriamo da anni». Il magazzino astigiano del Banco Alimentare ha trovato casa in corso Palestro nel 2005, nei locali messi a disposizione dalla Provincia in comodato gratuito per dieci anni e nello stesso edificio che ospita anche la Protezione civile.
«Adesso ci troviamo a dover fare i conti con uno sfratto - spiega Ferrero - Per adattare gli ambienti abbiamo affrontato una spesa di circa 50 mila euro. Abbiamo allestito la cella frigorifera, realizzato bagni, spogliatoi, uffici, magazzino. Abbiamo messo a norma i locali secondo i dettami dell'Asl. I mezzi a disposizione sono un furgone Ducato e i volontari». Dopo la «doccia freccia» della raccomandata di sfratto firmata dalla Provincia, il Banco alimentare affronta la situazione con spirito costruttivo, con un unico obiettivo: trovare rapidamente un'alternativa. «Quello che conta adesso è trovare una soluzione, non ci interessano altre questioni - spiega il presidente regionale Roberto Cena - Abbiamo deciso di parlarne pubblicamente nell'incontro programmato per sabato alle 11 al Centro culturale San Secondo, con la presidente della provincia Armosino, il sindaco Brignolo, il vescovo Ravinale». Il Banco Alimentare vanta una presenza radicata in Piemonte, rivolta a 560 enti e associazioni per assistere oltre 112 mila persone. «Le sedi locali - continua Cena - sono nate per migliorare la distribuzione e valorizzare la presenza sul territorio. Lo ribadisco, la discussione pubblica nasce con l'obiettivo di trovare una soluzione per mantenere questa presenza e continuare a garantire un servizio diretto. Con l'aiuto di tutti».

Valentina Fassio, LaStampa.it Asti, 29/09/2012

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