Vedere l'inimmaginabile

Ho visto un uomo di 83 anni trasportare per tredici ore scatoloni pieni di cibo senza sentire una recriminazione. Ho visto donne, uomini, famiglie che non riescono a sbarcare il lunario accoglierci con un sorriso e poi riempire buste di spesa per famiglie sconosciute. Ho visto ragazzi, adolescenti, impegnarsi a fondo, con attenzione, pazienza, intelligenza. Gli ho visto negli occhi brillare un fuoco antico, un fuoco che può incendiare il mondo. Sì, i ragazzi, proprio loro, quelli annoiati, quelli che non capiscono, quelli maleducati, quelli attaccati ai cellulari. Forse che abbiano bisogno di un grande ideale per cui spendersi, di qualcosa all'altezza di ciò che desiderano? Ho visto madri lasciare la propria famiglia, i propri impegni, la propria routine, piegarsi a terra per ore a dividere pasta, pelati, omogeneizzati... Ho visto signori di mezza età, distinti, incassare insulti di chi non voleva saperne di prendere la busta e rispondere con un "grazie lo stesso". Ho visto altri signori di mezza età obbedire, mettersi a servizio e rispondere grati e disponibili alle indicazioni di un giovanotto di trent'anni più giovane. Ho visto cose dell'altro mondo, in questo mondo. Ho visto l'inimmaginabile, una promessa compiersi, "ciò che non poteva esserci ed invece c'è". Ho visto "chi e che cosa, in mezzo all'inferno, non è inferno" - direbbe Calvino. Ho visto la faccia, gli occhi, le mani, il sudore di chi non si abbandona al cinismo, al lamento, al "tanto cosa vuoi che cambi". Ho visto gente in cui la speranza non è un bel sentimento, una parola nel vuoto, una propria capacità, un progetto, ma è una certezza fondata sulla roccia, su qualcosa che gli è accaduto. "Perché per sperare, bambina mia, bisogna essere felici, bisogna aver ottenuto, ricevuto, una grande grazia".