Tagli Aiuti Alimentari UE. Aiuti agli indigenti: non cede il fronte del no

 

Non sono bastate «l’indignazione» espressa dal francese Bruno Le Maire, «le proteste» della Presidenza polacca, «l’accorato appello» del ministro Saverio Romano e neanche lo scatto di nervi del commissario Dacian Ciolos in conferenza stampa: il programma per gli aiuti agli indigenti rischia di essere ridotto di parecchio per l’anno prossimo, fino a scomparire del tutto nel 2013. Per gli anni successivi molto dipenderà dall’esito del dibattito sul quadro finanziario pluriennale dell'Ue.
 
Il no di 6 Paesi
«La Commissione ha fatto di tutto per rendere possibile un’intesa, ma ci sono ancora 6 Stati (la cosiddetta minoranza di blocco, n.d.r.) che impediscono che il programma vada avanti per il 2012 e il 2013» ha dichiarato Ciolos alla ñne del Consiglio dei ministri agricoli dello scorso 20 ottobre in Lussemburgo. «In Europa si approvano deroghe su tutto, meno che sull’aiuto agli indigenti, è vergognoso, ha rincarato la dose il polacco Marck Sawicki, presidente di turno del Consiglio agricoltura. Che ha aggiunto: «La questione non finisce qui», anche se tra Esecutivo, Presidenza e Parlamento le hanno provate tutte, senza esito.
 
La Commissione ha presentato una nuova proposta legislativa con base legale «doppia» per traghettare lo schema dalla forma attuale, messa in discussione anche da una sentenza della Corte di giustizia europea dello scorso aprile, a un assetto diverso con collocazione fuori del bilancio della PAC, nell’ambito delle politiche sociali. Il Parlamento ha appoggiato senza riserve le iniziative di Palazzo Berlaymont, rinunciando al passaggio in prima lettura per affrettare i tempi e «salvare uno strumento di straordinaria importanza per la sussistenza delle fasce più deboli della nostra società», come ha sottolineato il presidente della Commissione agricoltura Paolo De Castro.
 
Sono mesi che la Presidenza polacca mette l’argomento all’ordine del giorno del vertice dei ministri. Non è bastato: Germania, Regno Unito, Svezia, Danimarca, Olanda e Repubblica Ceca non ne vogliono sapere, il programma di fornitura alimentare agli indigenti non c’entra niente con la PAC e neanche con l'Europa, fa parte delle politiche sociali e ogni Stato si fa le sue. Va detto che anche volendo dismettere il sostegno agli indigenti, garantire due anni di transizione per consentire alle organizzazioni che lo utilizzano dagli anni Ottanta, come il Banco alimentare, di adeguarsi al nuovo regime, non avrebbe fatto danni a nessuno. Fino al 2013 il programma era già finanziato, con la cifra di circa 500 milioni di euro l’anno.
 
Si vedrà se la Presidenza polacca riuscirà a sgretolare il blocco facendo pressioni sulla Repubblica Ceca, l'unico Stato dei 6 a utilizzare il programma, anche se si dice contrario in linea di principio. […]
 
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Fonte: Angelo Di Mambro – L’informatore Agrario