SE CI FOSSE UN’EDUCAZIONE DI POPOLO…

E’ passata molta acqua sotto i ponti da quando le prime Strutture Caritative convenzionate con il Banco Alimentare dell’Umbria Onlus, nei lontani anni ’95 o ’96, non sapendo bene di che cosa si trattasse, pensavano di avere a che fare con un ente statale e si rapportavano con i servizi del Banco con tutta la pretesa e la presunzione che si ha nei confronti di un organismo figlio di quello Stato cui si pagano le tasse. Un atteggiamento, se si vuole, molto discutibile, ma che relegava, per ignoranza, il Banco a una realtà simile all’A.I.M.A. (antenata dell’A.G.E.A.) o a enti pubblici simili. Del resto chi poteva aver conosciuto la realtà del Banco Alimentare che in quegli anni stava compiendo i primi passi di diffusione in tutta Italia?
Il paziente lavoro di rapporto con le Strutture Caritative, il contatto mensile con i volontari, le riunioni a zone per mettere sul tappeto i problemi comuni; le visite alle Strutture improntate ad uno scopo ben al di là di un’indagine, ma con il desiderio di conoscere e farsi conoscere; le feste e gli Open Day e tutto il resto hanno pian piano intessuto una trama di rapporti con il Banco Alimentare di tutt’altra natura.
Alla pretesa di avere si è sostituita la gratitudine per un lavoro utile alla propria opera. Alla richiesta di un trattamento privilegiato è subentrata la pazienza nel sopportare difficoltà inevitabilmente dovute ad un tipo di operatività basata solo sul volontariato. Così sono nate sintonie a diversi livelli con le Strutture Caritative che più si sono volute coinvolgere con lo spirito della nostra azione, tanto da incominciare a sentire il Banco non più come la controparte da spremere, ma come un insieme di persone con le quali costruire insieme per condividere la propria responsabilità.
Allargare quindi il proprio orizzonte al di là dei confini della propria opera per avvertire la corresponsabilità di un’azione comune è la grande sfida che ci sta presentando non solo la situazione di crisi economica generale, ma anche l’annuncio del mutamento di direzione nelle politiche agricole europee che porteranno alla sospensione degli aiuti A.G.E.A. a partire dal gennaio 2014.
E’ un concetto fondamentale che il Presidente Venturi ha più volte introdotto in occasione dell’ultimo Open Day del 12 ottobre scorso, rivolgendosi ai responsabili delle Strutture Caritative presenti: “Non possiamo più pensare di avere solo gli assistiti della nostra opera particolare, quelli che vengono a ritirare il pacco da noi! Occorre cominciare a pensare che abbiamo 33.961 assistiti, tanti quanti sono gli indigenti che come Banco Alimentare e Strutture Caritative raggiungiamo in Umbria”.
E’ quindi con gratitudine che abbiamo accolto dalla Badessa del Protomonastero di S. Chiara di Assisi una lettera che così recita: “Gentile Direttore, […] desideriamo comunicare a codesta Associazione Banco Alimentare dell’Umbria onlus che, a motivo della grave crisi economica che sta mettendo in seria difficoltà tante famiglie e alle preoccupazioni finanziare che come Associazione ci avete esposto […], abbiamo deciso di non usufruire più del servizio di distribuzione dei prodotti alimentari e ciò a beneficio di persone più indigenti e più povere di noi. Pertanto non verrà compilato il modulo di convenzione per la richiesta di prodotti per l’anno 2014. A Lei Direttore e a tutti i suoi collaboratori Vi raggiunga il nostro sincero GRAZIE per tutto il bene che ci avete fatto. Assicuriamo il nostro ricordo orante davanti al Signore.”
Decisioni come questa, accompagnate da tali parole, fanno ben capire con quale consapevolezza per una responsabilità comune ci si muove: si fanno quattro conti e si pensa che ce la si può cavare anche senza gli aiuti finora ricevuti perché possano essere più utili a qualcun’altro più bisognoso.
Come diceva spesso Don Giussani: “Se ci fosse un’educazione di popolo tutti staremmo meglio!”.