Classe dirigente, bene comune, sviluppo. Quattro eventi in contemporanea in quattro città

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Manifestazione Nazionale, 28 Settembre 2010, Ore 9,30 in contemporanea a Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo

Manifesto per la Manifestazione Nazionale del 28 settembre 2010Il Forum delle Persone e delle Associazioni di ispirazione cattolica nel Mondo del Lavoro chiede all’associazionismo cattolico, agli intellettuali ed alle personalità impegnate nel mondo imprenditoriale ed universitario e della comunicazione, ai politici che hanno assunto responsabilità istituzionali, che, insieme, si riconoscono nei valori della Dottrina sociale della Chiesa di impegnare i propri comportamenti su cinque punti programmatici:

Rendere trasparente l’azione delle istituzioni individuando per le amministrazioni pubbliche obbiettivi di miglioramento dei servizi verso le persone e le imprese valutabili e monitorabili, anche in relazione ai parametri raggiunti da altre amministrazioni in Italia.

Questi interventi che devono essere accompagnati dall’introduzione di una Carta dei diritti dei cittadini che preveda anche forme di tutela degli utenti e di sanzioni per le inadempienze delle amministrazioni stesse.

Rifiutare di utilizzare la pubblica amministrazione, anche nelle sue varie articolazioni di società ed enti, come fonte di assunzione in risposta ai gravi problemi di occupazione. Nello stesso modo bisogna mettere fine ai programmi assistenziali che sotto la forma di interventi di pubblica utilità, e di programmi formativi fini a se stessi, si trasformano in forme di precariato assistito e organizzato con la finalità di prorogare nel tempo le prestazioni assistenziali. La via maestra per dare risposta ai problemi occupazionali deve essere quella di favorire le imprese che investono in mezzi tecnici e risorse umane con regolari rapporti di lavoro. Solo in questa direzione, e per far emergere il lavoro sommerso, devono essere impegnate le risorse pubbliche dedicate alla politica del lavoro.

Promuovere programmi di educazione alla legalità e al rispetto delle regole di civile convivenza, necessarie per dotare il Mezzogiorno di un adeguato livello senso civico e di capitale sociale, favorendo processi di partecipazione sociale e di promozione dell’impresa autonoma ed a proprietà diffusa, coinvolgendo le scuole, le università, l’associazionismo imprenditoriale e sindacale ed il volontariato. Programmi che abbiamo come scopo, oltre l’educazione civile e la diffusione del valore delle responsabilità sociale, anche la mobilitazione delle risorse associative e imprenditoriali finalizzate a contrastare il lavoro sommerso, lo sfruttamento degli immigrati e l’influenza della criminalità organizzata.

Il sottoutilizzo dei giovani e delle donne del sud diplomati e neolaureati è uno scandalo che deve essere rimosso. Le imprese, l’associazionismo imprenditoriale, il mondo bancario e quello sindacale devono assumere il tema dell’inclusione dei giovani e delle donne al lavoro come priorità da sostenere attraverso l’adozione di contratti di lavoro con finalità formativa-occupazionale, di programmi finalizzati all’alta formazione, e alla ricerca applicata, l’accesso al credito per la promozione di impresa con la finalità di ampliare le opportunità d’inserimento nel Mercato del lavoro. Le istituzioni pubbliche devono sostenere questi programmi dedicando prioritariamente ad essi le risorse dei Fondi sociali europei disponibili ed, altrettanto richiamare le forze imprenditoriali e sociali a favorire l’inserimento al lavoro, con specifici programmi formativi e occupazionali dedicati ai giovani disoccupati che hanno precocemente abbandonato lo studio. Le istituzioni scolastiche devono responsabilizzarsi riguardo agli esiti occupazionali dei programmi formativi, promuovere orientamento al lavoro e relazioni con le imprese anche ad ampio livello facilitando anche la mobilità nazionale ed internazionale per favorire esperienze di lavoro qualificate ed il sostegno alla promozione di nuove imprese d’intesa con le istituzioni pubbliche e le banche.

E’ necessario contrastare la povertà dilagante particolarmente quella che riguarda le famiglie numerose con componenti esposti al rischio di disoccupazione, e le persone sole. Le politiche di contrasto devono essere imperniate, laddove possibile, sull’inserimento al lavoro delle persone. Mentre è necessario rendere sostenibile il ruolo delle famiglie e organizzazioni sociali del volontariato nell’affrontare i problemi della non autosufficienza, dell’abbandono, del degrado abitativo e relazionale che investe soprattutto le aree metropolitane. Chiediamo che soprattutto in queste aree le amministrazioni, con il concorso delle forze sociali, delle associazioni del volontariato e del mondo ecclesiale adottino dei programmi condivisi rivolti a contrastare la povertà anche mobilitando in questa direzione le donazioni e le agevolazioni fiscali.

A Reggio Calabria presso l'Auditorium Nicola Calipari, Consiglio Regionale Calabria, Via Cardinale Portanova interverrà il direttore del Banco Alimentare della Calabria Gianni Romeo.

Di seguito potrete trovare il programma e documento completo