Gli sprechi alimentari, risposta di Marco Lucchini al Corriere della Sera

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Lettera inviata dal direttore generale della Fondazione al Corriere della Sera in merito all'articolo "Le tonnellate di cibo sprecato e l'ingratitudine verso la terra" (Corriere della Sera, 2/11/2010, pag. 28)

 

Egr. Direttore,

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Fa male pensare al tanto cibo che ancora viene buttato e condivido l'accorato appello della sig.ra Tamaro, non a caso abbiamo sempre sintetizzato la nostra azione con lo slogan: condividere i bisogni per condividere il senso della vita.

Però credo che il volume (Libro nero dello spreco) da cui prende spunto rappresenti poco la realtà, o meglio rappresenta, forse volutamente, solo una parte e quindi non permetta alla sig.ra Tamaro di descrivere completamente il fenomeno in discussione.

Infatti non si legge tutto quello che viene fatto, giorno dopo giorno da 21 anni, alla Fondazione Banco Alimentare Onlus per evitare che migliaia di tonnellate di cibo, ancora commestibile, finiscano nella spazzatura e diventino invece un pasto per i più poveri.

E parliamo di più di 600.000 tonnellate di alimenti da quando è nata la Fondazione Banco Alimentare Onlus, 70.000 solo nel 2009.

Sempre nell'articolo si parla di spreco e di "homo economicus" e giustamente ci si appella alla gratuità, senza ricordare, ad esempio, i 1.200 volontari che tutti i giorni praticano già la gratuità, regalando il loro tempo  alla Rete Banco Alimentare (ma come loro ce ne sono migliaia in tantissime altre organizzazioni) perché il cibo sia salvato dallo spreco e sia consegnato a più di 8.000 strutture caritative che aiutano a
sfamare 1 milione e 500 mila poveri in Italia.

Non tutto è, fortunatamente, come appare nel libro e quindi nell'articolo.

Non tutti i giovani si "ubriacano fino a svenire": tra i 110 mila volontari che parteciperanno il 27 novembre alla Giornata Nazionale della Colletta Alimentare decine di migliaia saranno giovani.

Nelle scuole altri nostri volontari vanno a raccogliere il cibo avanzato nelle mense raccontando ai bambini dove viene portato e insegnando loro il valore che ha ogni singolo pezzo di pane, a non sciuparlo e a non sprecarlo.

Quello che invece ha fatto male a me e a molti nostri volontari e sicuramente favorisce cattivi pensieri in chi non ci conosce, è  leggere di noi solo in un box, dove veniamo messi alla cronaca perché la spremuta di arance siciliane non è stata inviata ai terremotati haitiani "bensì al Banco Alimentare". Io avrei
scritto:"fortunatamente al Banco Alimentare..."

Non ci sono solo mostri nella società moderna ma anche esempi virtuosi, concreti e incontrabili, non affidati alle pagine di un libro ma impegnati tutti i giorni, nei 21 magazzini che affittiamo in tutta Italia, perché una montagna di cibo venga salvata dall'"olocausto" dello spreco-


Marco Lucchini, direttore generale Fondazione Banco Alimentare ONLUS

 

Di seguito il PDF della lettera pubblicata e dell'articolo al quale si riferisce sul Corriere della Sera