"Ho imparato che dentro un gesto di carità è possibile lavorare insieme tra Cristiani, Musulmani, Ebrei ... "

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Il racconto della mia vita nel “mio” paese Italia che ho amato come ho amato molti Italiani

 

Prima di tutto il mio cognome e nome. Mi chiamo Belhadj Ameur, sono nato in Marocco e sono cittadino italiano. Ho cinque fratelli e quattro sorelle. In Marocco ho preso il diploma di “studi Generali” con lode.

Nel Dicembre del 1989 sono partito verso l’Italia assieme al mio fratello maggiore, che ha insistito di portarmi con lui per delle vacanze in questo meraviglioso paese. Egli vive in Italia dal 1970 ed è cittadino italiano, sposato con una comasca; ha due figlie ed è già nonno. Mentre io sono residente a Como dal 1990. Lavoro quale impiegato presso un’azienda commerciale. Sono istruttore di arti marziali, arbitro internazionale, interprete e traduttore presso il Tribunale di Como e volontario della Caritas dal 1998 al 2004.

Dal 1990 fino al 2003 ho fatto una vita, tutto sommato, da benestante: i soldi non mi mancavano e neppure le macchine di grossa cilindrata. Dal 2003 sono passato dal tempo pieno al part-time e nello stesso anno ho cambiato la mia vita da single a persona responsabile. Infatti mi sono sposato! Con mia moglie e me vivono anche i miei genitori.

Da quel momento i problemi hanno cominciato ad abbattere il mio benessere, che è diventato un ricordo. Immaginate: da tempo pieno a part-time, da single a cinque persone da mantenere. Il peso è aumentato ancora con l’arrivo del primo figlio: vestiti, pannolini, latte e medicinali e altro ancora.

L’amore infinito per la mia famiglia che è stato piantato da Dio nel mio cuore, mi ha spinto a battere tutte le porte per lavorare anche 24 ore su 24. Alla fine del mio viaggio, alla ricerca di fortuna e di lavoro, mi sono trovato di fronte ad un’assistente sociale che è stata molto gentile. Le ho raccontato tutti i miei problemi, le ho parlato di affitto, gas, luce, cibo, lavoro, eccetera.

Si può dire che con l’educazione e la gentilezza di un’assistente sociale, che rappresenta lo Stato sul territorio, non si risolvono i problemi dei cittadini. Anche gli interventi sono stati molto scarsi. Potrei dire: troppa burocrazia e poca trasparenza!

Un giorno molto nero per me, tornando a casa dal lavoro, faceva freddo, ho trovato la mia famiglia senza gas. Tutti i mie cari erano preoccupati: come mai era successo ciò? Non ho mai avuto il coraggio di raccontare i miei problemi economici a loro perché mia moglie era incinta e mia madre era ammalata.

In questo caso sono tornato ancora dall’assistente sociale per avvertirla di quanto mi era accaduto e le ho chiesto se era possibile risolvere il problema. Ma la risposta fu negativa ,anzi, mi chiese cosa ce la fatto fare ad avere un bambino e se eravamo pazzi. A questo punto le lacrime spuntarono da sole. In me restava solo la speranza nell’aiuto di Dio. Lei mi ha visto uscire in quelle condizioni e mi ha richiamato e mi ha chiesto di aspettare un momento. Ha cercato nella sua agenda e poi mi ha detto: “Ti do il numero di cellulare di un signore che si chiama Marco Mazzone, lo vedi sul suo biglietto da visita. Lui può darti una mano”. Ho preso il biglietto e sono uscito con la bocca secca e gli occhi bagnati. Le gambe non mi reggevano più. La mia fede nell’aiuto da parte del genere umano era pari a zero.

Sono tornato in macchina e vi sono rimasto per più di due ore a pensare su cosa fare finché Dio mi ha fatto tornare alla normalità e mi ha dato una luce di speranza. In quel momento di calma e di fede mi sono sentito spinto a comporre il numero del Signor Marco Mazzone. Era di Mercoledì pomeriggio. La telefonata mi ha calmato e mi ha dato un po’ di coraggio. Lui era fuori Como e mi ha dato appuntamento per il giorno dopo. Infatti puntualmente è arrivato da me. Gli ho raccontato i miei problemi e lui mi ha ascoltato con grande affetto, mostrando subito un forte interesse per la mia persona e per la mia famiglia.

Allora ho cominciato a vedere una nuova speranza, forse una nuova gioia. Le sue parole sono state di grande conforto e di chiarezza; mi ha detto di non preoccuparmi e che insieme avremmo cercato una soluzione, e di tornare alla mia famiglia dove era meglio continuare a non preoccuparli.

Venerdì mattina presto sono arrivati i tecnici per riattaccare  il gas. E nello stesso giorno è arrivato Marco con un pacco di alimenti. Potrei dire che il Venerdì è stato un giorno di gioia che non posso dimenticare. E posso dire che la mia vita ha cominciato a migliorare proprio da quel giorno. Ho capito ancora una volta che Dio c’è. E non potrò mai dire che non c’è.

Anche il Signor Marco Mazzone è una persona gentile, ma è anche trasparente, dice le cose con chiarezza e cerca di mantenerle.

Una coppia di volontari (i Signori Gaiani) ci visitavano regolarmente ogni 15 giorni ed alla fine sono diventati parte della nostra famiglia. Ci hanno mostrato, anche loro, affetto e interessamento, tanto di non volerci lasciare per dedicarsi ad altra famiglia. Ancora oggi, che la nostra vita è cambiata in meglio, continuano a frequentarci come prima.

La mia vita è andata sempre meglio. Ho cominciato a fare il volontario presso la sede del Banco di Solidarietà di Como e si può dire che con gioia mi sono trovato in un ambiente caldo e affettuoso dove un gruppo di persone cerca con tutte le forze e tutte le possibilità di portare la gioia ad altre famiglie in stato di bisogno. Hanno scelto di dare una parte del loro tempo agli altri per portare affetto e gioia e stare vicino a chi li cerca. Queste persone, per me, sono parte del regno di Dio. Perché Dio vuole proprio questo dai suoi figli in terra.

Dobbiamo prendere esempio da queste persone che non si chiudono nei loro quattro muri di casa, ma hanno scelto la strada che Dio ci ha insegnato.

Più volte ho partecipato alla scuola di Comunità, ho ascoltato Don Carron ed altri che hanno raccontato la loro storia. Frequentando queste riunioni, dove veniva letto un testo di Don Giussani ho capito che non c’è differenza fra le religioni: le persone cercano di applicare le leggi di Dio e di amarLo.

Il Signor Marco  non si è fermato mai in questi anni, dal 2004 ad oggi. Non ha mai mostrato di essere stanco. Ogni settimana mi telefona per avere notizie della mia famiglia. Inoltre si è impegnato finché mi ha aiutato a trovare un altro lavoro, sicuramente migliore. Questa, per me e la mia famiglia, è stata un’altra gioia.

Oltre a Marco ho incontrato altri amici, come Paolo, Sonia, Fulvio, Camilla, Chiara, Gianluca, Roberto, Daniela, Daniele e Lucio.

Finché ci saranno queste persone il pilastro dell’Universo sarà saldo.

Una cosa molto importante che ho notato in questi anni, frequentando il Banco di Solidarietà come volontario, ed andando nelle scuole durante la settimana del Donacibo è che non c’è differenza né di colore, né di religione, ma c’è solo la voglia di aiutare e stare vicino a chi ha bisogno.

Ho imparato che dentro un gesto di carità è possibile lavorare insieme tra Cristiani, Musulmani, Ebrei ….. perché quello che mette insieme le persone è il loro bisogno di piacere a Dio.

E’ questo che Dio vuole vedere nella Sua creatura!

Vorrei, inoltre, alla fine del mio viaggio e racconto ringraziarvi per avermi ascoltato, e ringraziare Dio che a dicembre 2008 ci ha regalato la nascita della seconda genita Nour, che vuol dire “Luce di Dio”.


Ameur