La Rete Banco Alimentare nel 2010 ha salvato 65.000 tonnellate di prodotti alimentari

Fonte: Cristina Bassi - Sky.it

Una montagna di cibo, fresco o confezionato ma commestibile e buono, gettato nella spazzatura. Qualche giorno fa Le Monde ha scritto che in Francia il cibo buttato via ogni anno vale 50 euro per abitante. E che secondo i dati della FAO nel mondo solo la metà degli alimenti vengono effettivamente consumati. Negli Stati Uniti finisce nelle discariche il 40 per cento del cibo prodotto e gli inglesi ne sprecano per 20 miliardi di euro all’anno. Per quanto riguarda l’Italia, un’indagine dell’Università di Bologna stima che annualmente sono 20 milioni le tonnellate di cibo sprecato, per un valore di 37 miliardi di euro, pari al 3% del Pil. Una quantità di pasti che sfamerebbero 44 milioni di persone, vale a dire l’intera popolazione della Spagna.

La Coldiretti aggiunge che finisce nella spazzatura il 30 per cento dei prodotti che acquistiamo e consiglia le ricette anti spreco per reimpiegare gli avanzi di pranzo e cena, i piatti migliori sono polpette, frittate di pasta, pizze rustiche. Anche la frutta può essere salvata dall’immondizia, cuocendola per fare marmellate, caramellandola o semplicemente nella macedonia. Lo spreco di cibo non nasce solo nelle case dei consumatori, spesso è la grande distribuzione a ritirare dagli scaffali e buttare molti prodotti ancora buoni, ma che nessuno compra perché troppo vicini alla data di scadenza o perché “fuori stagione”. A Milano finiscono ad esempio nel cestino 180 quintali di pane al giorno. E circa l’1 per cento del fatturato dei supermercati, tra frutta, verdura, latticini, pasta, non entra nelle casse a causa dell'invenduto.

Negli ultimi anni però qualche passo avanti per invertire la rotta è stato fatto, anche grazie al Banco Alimentare. La Onlus si ispira alle Food Banks degli Stati Uniti, dove ce ne sono oltre 200, e fa parte della Fédération Européenne des Banques Alimentaires, cui aderiscono 21 Paesi. L’associazione italiana, che ha sedi in quasi tutte le regioni, è nata nel 1989 da un’iniziativa della Compagnia delle opere-Opere sociali. I 1.300 volontari del Banco alimentare raccolgono cibi in eccedenza ma in buono stato da fabbriche, supermercati e negozi e li distribuisce gratuitamente a chi ne ha bisogno attraverso 8.500 enti di beneficenza convenzionati tra mense per i poveri, case d’accoglienza, centri di recupero, gruppi di sostegno alle famiglie. Esclusa la colletta alimentare, la giornata durante la quale è possibile donare prodotti confezionati e in scatola, nel 2010 sono state raccolte 65 mila tonnellate di alimenti, che hanno aiutato un milione e mezzo di persone.

Ma dal 2003 non solo i prodotti confezionati possono essere salvati dalla discarica. Grazie a una legge detta “del buon Samaritano” (la 
numero 155 dello stesso anno), in vigore solo da noi e negli Stati Uniti, il programma Siticibo del Banco alimentare recupera da mense aziendali, scuole, hotel e ristoranti pasti già cucinati, cibi freschi e deperibili, frutta e verdura, pane e dolci. Tutto quello che a fine giornata rimane sugli scaffali o nelle cucine viene controllato e in poche ore arriva dove ce n’è bisogno. Nel 2010 sono state distribuite a 124 enti di beneficenza 318 mila porzioni, 100 tonnellate di prodotti da forno, 120 tonnellate di frutta e verdura. Il Banco alimentare organizza infine lezioni antispreco per i bambini nelle scuole. Il manuale
? Si intitola Le giornaliste di moda non mangiano il tiramisù-Storia di sprechi assurdi a lieto fine per ragazzi e ragazze intelligenti.