Lo sguardo di Fernando

La Storia

mentre tutto cambia… i valori rimangono fermi come una bussola che ti guida!

Il primo approccio, scaricando a mano il primo autotreno di pasta a Palermo nel 1996, fu entusiasmante… fare il volontario per Banco Alimentare non era un peso pur avendo come oggetto la movimentazione delle scatole di derrate che pure pesavano. All’inizio non mi era chiaro di cosa si trattasse, avendo una certa disponibilità di tempo, mi chiamavano quando arrivavano i tir, che spesso bisognava aspettare dalle 6 di mattina fino a non si sapeva quando.

Il sabato venivo impegnato nella cosiddetta distribuzione, i pacchi venivano presi dalle pedane e depositate nei mezzi degli enti. Le derrate erano depositate ovunque, una volta siamo andati nel garage di un villino per prendere una camionata di biscotti… Quindi arrivò la mia prima Colletta, 2 ore sotto la pioggia in un supermercato della periferia nord di Catania. Un gesto semplice e privo di imbarazzo, infatti non si dovevano chiedere soldi ma semplicemente di offrire un po’ di spesa per chi non poteva comprarsela.

Nei primi anni 2000 l’impegno diventò costante e per far fronte alle difficoltà finanziarie mi venne chiesto di partecipare alla conduzione dell’opera, assumendo la responsabilità dell’area operativa, mettendomi a disposizione tutte le mattinate. Erano gli anni in cui si cambiava deposito e ci sia attrezzava per fare fronte alle grandi quantità di prodotti provenienti dall’AGEA e alle continue donazioni delle aziende, favoriti anche dai finanziamenti degli enti e delle istituzioni regionali.

Rispetto ad oggi ci si sentiva dei pionieri, ci si inventava tecniche di stoccaggio, procedure di distribuzione, con sempre una fissazione: raccogliere e distribuire quante più eccedenze possibili, non si rifiutava nulla né a capodanno, quando un 31 di dicembre ci vennero offerti due tir di panettoni, che a ferragosto, quando nella settimana più calda dell’anno ricevemmo un tir di cracker, o quando ci siamo fatti letteralmente il bagno nel succo d’uva, in quanto arrivò un tir con i pallet così stracolmi che l’uva in basso era pigiata e sul tir c’erano 10 cm di succo.

In tutti questi anni sono accadute tante cose ma l’entusiasmo sostenuto dalla voglia di aiutare gli altri non è mai venuto meno, pur nelle tante difficoltà. Nel tempo l’opera si è sempre meglio strutturata, è pur sempre una grande avventura ma se un tempo lo “spirito avventuriero” era sostegno quasi indispensabile oggi non si può fare a meno di rigorose procedure, nella logistica e nella gestione economica, a garanzia dell’opera stessa e delle migliaia di assistiti.

Entusiasmo sempre, perché il Banco è sempre il portatore di una grande novità!

Fernando Rizza