Lo spreco è servito, un terzo del cibo finisce nei cassonetti ma non proprio tutto

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Fonte: Antonio Galdo - Il Mattino

La settimana scorsa la Fao ha reso noti gli ultimi dati sullo spreco di cibo nel mondo. Raccapriccianti. Un terzo degli alimenti destinati alla nostra nutrizione (pari a 1,3 milioni di tonnellate) finiscono ogni anno nella spazzatura, sebbene siano ancora perfettamente commestibili. Un cittadino europeo o americano, il mondo occidentale è allineato, getta nel cestino circa 115 chili all`anno di pasta, carne, formaggi, verdure. Gli italiani, purtroppo, sono in prima fila in questa classifica dello scempio: sprechiamo l'equivalente di 37 miliardi di euro di spesa, quanto basterebbe per nutrire una popolazione di 44mìlioni di persone.

Lo spreco alimentare riguarda i paesi industrializzati come quelli in via di sviluppo, con una differenza sostanziale. Nel Sud del mondo il cibo si perde lungo i vari passaggi della filiera dai campi alla tavola, perle tecniche di coltivazione troppo arretrate oppure peri problemi nella rete dei trasporti. Nei paesi sviluppati, invece, lo spreco di cibo è un lusso dei ricchi. Un'abitudine ispirata dall’indifferenza e anche dai cattivi comportamenti del consumatori, pronti a cedere alle sirene del marketing nella grande distribuzione ed a fare acquisti compulsivi di confezioni 3per2 come se fossimo in tempo di carestia. Purtroppo diminuiscono le massaie che sanno e vogliono fare la spesa, mentre aumentano i clienti che riescono solo, senza pensarci, a riempire un carrello svuotando gli scaffali dei supermercati.

Come si può evitare lo sperpero del cibo? I modi sono molto semplici, e basta avere una piccola dose di buona volontà per applicarli. Innanzitutto, come dicevo, dobbiamo tornare a una spesa più attenta, non frenetica, e dosata secondo le reali esigenze di consumo di una famiglia. in secondo luogo il cibo che avanza è riciclabile: sul sito www.nonsprecare.it trovate una serie di ricette scritte da grandi chef e adatte proprio per riutilizzare il cibo che avanza senza cosi gettarlo nella spazzatura. Infine, ìl gesto più utile ed efficace: regalare gli alimenti che non ci servono. Qui le possibilità sono tante: dagli uffici della Caritas, fino ad associazioni, come il Banco Alimentare (65mila tonnellate recuperate nel solo 2010 dalla Rete Banco Alimentare, n.d.r.), passando per qualsiasi parrocchia, che organizzano queste reti della solidarietà: quello che noi non consumiamo, può riempire la tavola di migliaia di persone che non hanno i mezzi per fare la spesa come noi.

Combattere lo spreco alimentare, giorno dopo giorno, non è faticoso e certo non esiste una relazione meccanica tra il cibo che noi non infiliamo nella spazzatura e i milioni di uomini e donne che soffrono la fame. Però con un semplice gesto possiamo applicare la migliore terapia possibile al male oscuro che ci circonda: l’indifferenza. Vi sembra poco?

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