Una pettorina gialla dal Papa

Un curioso gruppo di persone, fuori dal colonnato della piazza san Pietro, uno di loro esibisce un cappello con la penna d’alpino, l’altro rivaleggia portando un cappello con le piume del bersagliere. E poi qualche signora piuttosto anzianotta e malferma sulle gambe, alcuni giovani, ragazzi e ragazze.

Una cosa sola li accomuna, una pettorina gialla con scritto “volontario”. Quelli della Colletta Alimentare, tutti insieme, vanno dal Papa a dirgli che, sabato, loro e migliaia di altri “ amici per un giorno” proveranno a proporre, insieme, alla gente la gioia di guardare in faccia chi ha bisogno per riscoprire la propria umanità e il proprio desiderio di “fare qualche cosa” subito.

“Vi ringrazio per tutto quello che fate, vi sono grato per quello che fate per i poveri”, così ha detto loro Papa Francesco, non un discorsone, una semplice constatazione ed un grazie. Ma il desiderio di essere sempre in azione, di provare a fare del bene più che non di parlarne, ha poi mosso il gruppetto a uscire dalla piazza, illuminata da un sole splendido quanto inatteso, e di infilarsi in una magazzino, quello della Elemosineria, quello in cui si opera per “i poveri del Papa “. E qui gomito a gomito con questa straordinaria figura di “cardinale/magazziniere” scaricano due furgoni di alimenti. Il cardinale K si presenta come don Corrado, porta un giubbotto griffato Decathlon; lui schiva i convegni sulla povertà ma conosce per nome moltissimi poveri che albergano sotto il colonnato e sa pilotare con incredibile maestria i transpallet, per accatastare e poi distribuire cibo. L’alpino ed il bersagliere si sono tolti i loro cappelli per lavorare meglio; i volontari meno giovani nascondono gli acciacchi ed i dolori di schiena per non stare troppo indietro rispetto al ritmo del porporato “capo magazzino”. Poi reciprocamente tutti si scambiano un grande grazie. Grazie di esserci conosciuti, grazie di esserci aiutati. A tutti loro è sembrato di aver vissuto qualche ora eccezionale, come il cielo più azzurro di Roma, fatta di un semplice, ordinario incontro di umanità: quello di una Chiesa con un Papa che richiama continuamente lo sguardo della persona povera e di un cardinale che ci insegna quotidianamente l’incontro con loro e con la realtà.

Con questi volti negli occhi, i volontari affrontano ancora una volta la ventiduesima Giornata della Colletta Alimentare, la solita, ordinaria, ricorrentepp Colletta, desiderosi di “fare qualcosa per i poveri”, cioè di raccogliere più e più tonnellate di cibo, ma anche di saper imballare, pesare, accatastare scatoloni e intanto guardare con riconoscenza l’amico con cui stai facendo il turno e il passante a cui, con fatica e pudore, proponi coraggiosamente di guardare oltre il suo naso, indichi una possibilità di saper vedere tutta la realtà in cui vive, anche quella della povertà, diventata ordinaria nelle nostre città. Condividere il bisogno per condividere il senso della vita.